Némesis e M5S

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Si chiama némesis e punisce l’hýbris . La némesis è una sorta di giustizia dispettosa che fa precipitare gli uomini che hanno l’arroganza, l’ hýbris,  di sfidare gli dei. In questi giorni il M5S vive la sua némesis, perché ha avuto l’hýbris di pensarsi diverso e superiore rispetto tutti gli altri mortali.

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, sembra paralizzata da una mistura fatta di ingenua arroganza ed attonita incompetenza. Nei primi cento giorni al governo di Roma avrebbe dovuto studiare, capire, ascoltare, programmare, impiegare le sue “spalle larghe” per dare segnali forti a una città umiliata da Mafia Capitale, riparare buche, iniziare a ripulire i quartieri, garantire un servizio di trasporto urbano un po’ più decente, dialogare con le periferie abbandonate dalla destra e dalla sinistra. Anche il “no grazie” ai Giochi del 2024, che pure ha le sue buone ragioni, è sembrato una scelta ideologica per quietare la rabbia montante della rete, mentre poteva essere l’occasione, o la sfida, per proporre una Olimpiade diffusa, condivisa, sostenibile, senza eccessi di regime e sprechi della speculazione. Raggi, invece, si è fatta invischiare in una trattativa opaca tra correnti più o meno sotterranee al M5S, che –ironia dellanémesis– rassomiglia in modo inquietante alla prima Repubblica. Come se non bastasse, si è fatta consigliare da un fantomatico Direttorio e dal suo vecchio datore di lavoro, lo studio Previti, quello che non voleva fare prigionieri. Ha promosso i suoi fedelissimi e triplicato il loro stipendio. La sua Giunta ha iniziato subito a sfarinarsi e a perdere pezzi importanti, come era successo –ancora némesis– al povero Ignazio Marino. Come se non bastasse, la sindaca, assieme ai suoi collaboratori e il candidato premier Di Maio, lettore inconsapevole delle proprie email, ha detto una raffica di bugie a proposito delle indagini in corso sull’assessore Muraro, per 10 anni consulente della stessa azienda che adesso dovrebbe risanare. La némesis , così, ha ridotto il M5S a fare sottili differenze, come Azzeccagarbugli, tra “avviso di garanzia” e l’iscrizione di notizia di reato (art. 335 del c.p.p.). La némesis , per il M5S, è scoprirsi troppo simile ai partiti che –non a torto- ha fin qui criticato. La crisi in atto avrebbe potuto innescare una seria riflessione autocritica, invece tutta la colpa è stata scaricata sui soliti “poteri forti”. Qualcuno è arrivato quasi a dire “molti nemici, molto onore”, che, oltre ad essere una stupidaggine, non porta bene.

 

Cento giorni alla guida di Roma, dopo anni di malgoverno, non possono bastare per esprimere un giudizio definitivo sulla capacità di Virginia Raggi, ma è veramente imbarazzante sentir parlare di “accanimento” politico mediatico. Non si ricorda, la sindaca Raggi, il massacro mediatico che colpì il suo predecessore, accusato di delitti immondi come aver parcheggiato la sua Panda in divieto di sosta? In quei giorni il M5S fu complice e beneficiario di quel complotto. Adesso, qualcuno se la gode, commenta e sogghigna, ma anche questo fa parte del gioco ed è inutile o infantile scandalizzarsi. Il caos in cui è piombato il M5S dovrebbe far riflettere sulle difficoltà di trovare o formare una (nuova) classe dirigente. Dovrebbe ristabilire il principio che un “avviso di garanzia” è, appunto, una “garanzia” a tutela del cittadino e non una condanna definitiva. Potrebbe insegnare ai manichei del M5S che il mondo non è bianco o nero, diviso tra buoni (loro) e cattivi (tutti gli altri). Liberare la politica dalla corruzione dovrebbe essere un obiettivo comune e nessuno può avere la presunzione (hýbris) di essere l’unico depositario della virtù e della verità.
E, a proposito di hýbris, come se la passa Matteo Renzi, che a riguardo non scherza? Probabilmente può stare tranquillo perché la sua némesis dovrebbe avere il sorriso sarcastico di D’Alema, ma l’ex “migliore” è il primatista italiano di hýbris.

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