80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Uno sguardo sull’America (e i suoi candidati)

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Il no di Biden è finalmente arrivato, ma la scelta del suo successore è difficile. Kamala Harris non scalda e gli altri contendenti non si espongono. La procedura per sceglierne uno c’è, ma i Democratici devono arrivare alla convention di metà agosto con un nome già condiviso, per lanciarlo in corsa contro Trump con la forza dell’acclamazione.

Sull’altro fronte, il candidato miliardario la butta sull’ordalia, arruolando dio per averlo salvato dal proiettile. Ma all’improvviso scopre di essere lui il ”vecchio”, in una contesa dove l’età ha avuto un ruolo decisivo. Il problema è che  Trump si sente già presidente. E vede le elezioni come una formalità in caso di vittoria o un imbroglio in caso di sconfitta. Ed è pronto a incitare i suoi alla violenza se perdesse, perché non sopporta la prevalenza della legge sulla ricchezza. Quando un miliardario va al potere, la democrazia è malata.

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