La  Milano sognata, la Milano che sarà

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A Milano si va al secondo turno fra Sala e Parisi in posizione di quasi parità. I motivi sono molteplici, ma qui vorrei solo raccontarvi, da candidata eletta ad un consiglio di zona che rimarrà al centrosinistra pur essendo periferia, l’ottavo municipio, il sogno per la Milano del futuro.

Una Milano sostenibile

I mezzi pubblici e la loro valorizzazione sono stati un fiore all’occhiello dell’amministrazione uscente, il lancio su grande scala delle auto elettriche, come le “Share & go”, la costruzione di una nuova linea della metropolitana, la lilla, rendono assolutamente tranquillo spostarsi in città anche senza avere un’auto di proprietà. Con alcuni degli ultimi provvedimenti si sono aumentati gli incentivi per portare i servizi di car sharing anche in periferia. Se sarà eletto Sala, con l’aiuto di chi già ha realizzato tutti questi obiettivi, si potrà fare ancora di più per collegare la città e renderla meno inquinata. Parisi è riuscito solo ad esprimere quattro posizioni diverse, seguendo le idee espresse dai cittadini nei sondaggi sull’“Area C”; con Sala si vogliono estendere le linee della metropolitana.

Una Milano accogliente

Sul tema delle case popolari la giunta Pisapia ha fatto molto; dal momento che si tratta di un problema molto complesso, pur facendo grossi passi avanti, non ha risolto tutti i problemi. Molti dimenticano però che gran parte delle case popolari milanesi è in gestione non del comune ma della regione e che proprio sulle case popolari di competenza regionale si stanno riscontrando i problemi maggiori. Siamo sicuri di voler mettere ad amministrare anche le case comunali lo schieramento che sta gestendo male quelle regionali? La sfida lanciata da Beppe Sala sullo stop alle case sfitte, a fianco del ministro Graziano Delrio, è del tutto credibile grazie agli 85 milioni che il governo si appresta a destinare alla regione Lombardia sulle periferie. Molto la giunta uscente ha già fatto, a partire dall’assegnazione degli spazi sfitti in quartieri popolari ad associazioni che hanno provveduto ad animarli, come ad esempio è accaduto a Quarto Oggiaro, in piazzetta Capuana, dove grazie alle Acli si è creato lo spazio Agorà e con altre associazioni si è aperto un orto condiviso. La socializzazione rimane davvero il modo più efficace di rilanciare le periferie. Inoltre sono stati lanciati, per l’ospitalità di chi è in difficoltà, progetti del tutto innovativi come quello che ha visto una partnership fra il comune ed “Airbnb” per offrire alloggio a prezzo calmierato ai parenti di quei bambini che vengono a Milano per farsi operare o per seguire terapie invasive. A gestire il servizio saranno alcune donne di una comunità per donne maltrattate, che avranno così un’opportunità lavorativa. Altro esperimento innovativo è quello lanciato dall’assessorato per le Politiche sociali che consente, grazie ad una partnership con Caritas che seguirebbe poi il percorso di inserimento, di avere un finanziamento pari a circa 300 euro mensili per quei milanesi che decidono di ospitare in casa loro un profugo. Iniziativa cui tanti milanesi hanno deciso di aderire.

Una Milano degli spazi comuni

Tantissimi sono gli spazi che sono stati aperti alla fruizione dei cittadini e che hanno dato vita a momenti belli ed intensi di cultura condivisa: basta pensare a Piano City (concerti di pianoforte diffusi in tantissime piazze della città) ed alla “prima diffusa” per cui è stato possibile ascoltare la prima della Scala in diversi spazi ed a volte gustare brani di musica classica mentre si prendeva la metropolitana. Uno dei progetti più belli di apertura è stato quello delle “scuole aperte”: è stato costituito un ufficio di mediazione fra scuole ed associazioni genitori per rendere possibile l’uso degli spazi scolastici fuori dall’orario di lezione per corsi/eventi/momenti di condivisione. Nel municipio 8 lo spazio Gorlini è stato recuperato ed assegnato all’associazione “Mitades”, che lo sta rendendo un luogo di aggregazione per il quartiere.

Una Milano accessibile

Milano ha vinto nel 2015 “ l’Access City Award”. In aggiunta agli eccellenti e consistenti sforzi per l’accessibilità, Milano si è anche impegnata a promuovere l’impiego di persone con disabilità e a supportare la loro ricerca di autonomia. Gli standard dei suoi edifici non soltanto supportano l’accessibilità e l’usabilità ma promuovono anche gli standard di Progettazione Universale, che mirano a realizzare prodotti e spazi che possano essere utilizzati dal più vasto range di persone possibile.
Molto va fatto ancora, ma è un riconoscimento importante e mostra come la città sia più accogliente non solo per i disabili, ma anche per le tante persone, come gli anziani, che hanno spesso difficoltà ad incontrarsi a causa delle barriere architettoniche.

La città che la giunta Pisapia ha cominciato a costruire e che si vuole portare avanti è questa.  Al ballottaggio si dovrà decidere chi deve governare Milano, tenendo presente il bene della città, e penso che non si possa non concordare sul fatto che, se si può fare di più e meglio, non è certo necessario cambiare la direzione.


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