Papa: Liberare le persone rapite nelle zone dei conflitti armati

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«I cristiani sono chiamati a comunicare il messaggio di speranza a chi soffre», scandisce Jorge Mario Bergoglio in un piazza San Pietro affollata di pellegrini. La Chiesa è «la comunità del Risorto», quindi deve andare «verso i rifugiati e i poveri». Mentre la minaccia del terrorismo incombe sulla pacifica convivenza tra i popoli, Francesco lancia un accorato appello a liberare tutti i sequestrati nelle zone di guerra. «Nella speranza donataci da Cristo risorto, rinnovo il mio appello per la liberazione di tutte le persone sequestrate in zone di conflitto armato», afferma il Papa al termine del Regina Coeli, la preghiera mariana che sostituisce l’Angelus nel tempo pasquale, dalla Domenica di Pasqua fino al giorno della Pentecoste.

«In particolare desidero ricordare il sacerdote salesiano Tom Uzhunnalil, rapito ad Aden nello Yemen il 4 marzo scorso», ha aggiunto il Pontefice. Del Prete di origine indiana, sequestrato durante l’assalto terroristico alla casa per anziani in cui furono uccise quattro suore di madre Teresa e altre 12 persone, non si hanno notizie certe da allora.
Il Papa, prendendo spunto dal brano evangelico sull’apparizione di Gesù agli Apostoli che pescavano sul Lago di Galilea, dopo la Sua Passione, morte e Resurrezione, osserva che «le reti vuote appaiono, in un certo senso, come il bilancio della loro esperienza con Gesù: lo avevano conosciuto, avevano lasciato tutto per seguirlo, pieni di speranza e adesso?». Ma «i discepoli si fidarono di Gesù e il risultato fu una pesca incredibilmente abbondante, l’entusiasmo della fede pasquale, piena di gioia e di stupore, contrasta fortemente con lo smarrimento, lo sconforto, il senso di impotenza che si erano accumulati nell’animo dei discepoli». Infatti «la presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi. Da allora, questi stessi sentimenti animano la Chiesa». Così, «se a uno sguardo superficiale può sembrare a volte che le tenebre del male e la fatica del vivere quotidiano abbiano il sopravvento, la Chiesa sa con certezza che su quanti seguono Gesù risplende ormai intramontabile la luce della Pasqua».

L’annuncio della Risurrezione «infonde nei cuori dei credenti un’intima gioia e una speranza invincibile, anche oggi la Chiesa continua a far risuonare questo annuncio festoso: la gioia e la speranza continuano a scorrere nei cuori, nei volti, nei gesti, nelle parole».
Al termine del Regina Coeli, papa Francesco ha ricordato che «oggi in Italia si celebra la Giornata Nazionale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha per tema `Nell’Italia di domani io ci sarò´». «Auspico che questa grande Università, che continua a rendere un importante servizio alla gioventù italiana, possa proseguire con rinnovato impegno la sua missione formativa, aggiornandola sempre più alle esigenze odierne», ha detto il Pontefice. Francesco ha salutato i runners che hanno partecipato alla 22esima Maratona di Roma, che quest’anno è stata dedicata al Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Jorge Mario Bergoglio. (La Stampa)

Da sanfrancesco
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