Le unioni civili e i contrasti nel Pd

0 0

Nel percorso preparatorio all’approvazione del ddl Cirinnà manca l’accordo tra maggioranza e opposizione della legge e i senatori che compongono l’Area Popolare del gruppo democratico non intendono votare il disegno di legge; e questo rende le cose più difficili per l’approvazione, a meno che i verdiniani e ad altri gruppi si uniscano al partito democratico per farlo approvare.  In questo senso si capisce la posizione del presidente del Senato Grasso che respinge qualsiasi tentativo di voto segreto. Il ministro della Giustizia ha dichiarato a ragione che “una legge sulle unioni civili è indispensabile come più volte ci ha ricordato la Corte di Strasburgo ed ormai credo che sia condiviso da quasi tutte le forze politiche” ma “senza la stepchild-adoption ci sarebbe una normativa difficilmente comprensibile che costringerebbe la magistratura a colmare il vuoto  salvo poi assistere alle giaculatorie che denunciano un’invasione di campo da parte della medesima magistratura.

Intanto non a caso il Duomo di Milano è stato aperto per le coppie gay il 14 febbraio che è il giorno di San Valentino. Da parte sua il capogruppo del PD al Senato Zanda è preoccupato che il gruppo affronti la questione senza relatori in un dibattito di questa portata e tensione. Per ora ci sono due emendamenti uno a firma di Andrea Marcucci e uno di Laura Puppato. Che saranno ritirati soltanto se ci sarà un accordo con la Lega che non è stato ancora concluso.  Ciò che nel voto palese non è dubbio, lo può diventare in caso di ravvicinati voti segreti che il PD non vuole e non chiederà. Sui solo 60 esistenti saranno promosse richieste di accorpamento e la loro riduzione.  Tra i senatori democratici il PD lascia libertà di coscienza su tre emendamenti: Lepri (affido invece di vera e propria adozione), Guerra (estensione adozione anche alle unioni civili), Mattesini (estensione di  adottare un minore fino al sesto grado).

La senatrice Laura Puppato ha detto: “Sarà un passaggio irto di incognite e di tensioni assurde se si considerano i dieci anni passati dal tentativo prodiano dei “Dico” . E’ la distanza giurassica dalle scelte e confermate dagli altri Paesi dell’Unione Europea. E il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha detto: “La legge sulle Unioni Civili  è una buona legge ma se fosse stata scritta meglio non ci sarebbero state le incomprensioni che ci sono state.”


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21