80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Cura dei boschi e allevamenti, 850mila stranieri popolano le nostre montagne

0 0

Dai cinesi della Val Pellice ai romeni nel Casentino, gli stranieri che vivono sulle Alpi e sugli Appennini sono tanti. E quasi sempre è grazie a questi “Montanari per forza” se intere valli non si sono spopolate. Ne parla la rivista Dislivelli

MILANO – Gli stranieri che vivono sulle Alpi e sugli Appennini sono oltre 850 mila. E quasi sempre è grazie a loro se intere valli non si sono spopolate. Dalla gestione degli allevamenti alla cura dei boschi, sono spesso loro a tenere in vita attività tipiche di quelle zone montane. Resta però da chiedersi, che cosa le istituzioni stiano facendo perché queste persone possano effettivamente integrarsi. Certo è che per ora si tratta di “Montanari per forza”, come titola il numero speciale della rivista di Dislivelli, associazione nata nel 2009 a Torino dall’incontro di ricercatori universitari e giornalisti specializzati nel campo delle Alpi e della montagna. “Sono migranti che devono diventare montanari per forza di cose, per necessità d’adattamento e di sopravvivenza, temporanea o permanente che sia”, scrivono nell’editoriale Maurizio De Matteis e Andrea Membretti. “Sicuramente si tratta di persone portatrici di culture, progetti di vita, valori e pratiche frequentemente lontani dallo stereotipo di staticità residuale di cui la montagna è vittima ancora oggi”. E possono rappresentare “un fattore di innovazione per le terre alte italiane”.

I numeri già parlano da soli. In Italia le aree interne, quelle più lontane dai grandi centri urbani e spesso in montagna, rappresentano il 52% circa dei comuni italiani (4.261) cui fa capo il 23% della popolazione (13,3 milioni) residenti in una porzione del territorio che supera il 60% della superficie nazionale. In questi comuni la presenza degli stranieri supera il 10% in regioni come Umbria, Veneto ed Emilia Romagna. Nei piccoli comuni della Toscana si arriva al 9,86%, nelle Marche al 9,57%. “Si può dire che la tenuta complessiva della popolazione nei comuni aree interne è dovuta alla crescita della popolazione straniera”, conclude la rivista.

Dislivelli racconta poi diversi casi di presenze significative di stranieri in montagna. Come i cinesi della Val Pellice o i romeni nel Casentino. Nelle foreste casentinesi in particolare c’è una forte concentrazione di romeni della regione di Bacau, zona molto simile dal punto di vista naturalistico al Casentino: “ragion per cui le capacità tecniche di questi lavoratori sono riconosciute e apprezzate e rappresentano una risorsa per il settore forestale locale”. La loro presenza e delle loro famiglie ha ripopolato anche le scuole materne e elementari, salvandole dalla chiusura. (dp)

Da redattoresociale


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.