La beffa di Anagni

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Ogni giorno prendo la metro per andare al lavoro e vedo due militari armati fino ai denti che piantonano i varchi. Poi ieri sento che un tizio con un fucile in mano se n’è andato tranquillamente in giro per le fermate di metro e alla Stazione Termini, per essere poi bloccato ad Anagni. Solo allora si scopre che il sospetto aveva con sé un fucile giocattolo per il figlio.

Tutto bene ciò che finisce bene. Ma questo involontario test sulla sicurezza ha svelato che un eventuale assalitore – con fucile in bella vista – potrebbe superare tutti i controlli posti in essere più per rassicurare le vecchiette, che per prevenire gli attentati. A questo punto, direi di cessare la messa in scena dei “guerriglieri” in metro e aumentare  i controlli di “intelligence”. Anche perché quei ragazzi in tuta mimetica e mitra imbracciato, dopo la beffa di Anagni, non meritano di essere  – loro malgrado – il simbolo di un apparato solo coreografico e inutile.

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