Il dopo Parigi: questa guerra mondiale è dell’odio di tutti contro tutti. Combattiamo dunque resistenze; in cui le donne hanno da insegnare al mondo quello che hanno imparato nei millenni”
l’11 settembre fu dichiarazione di guerra all’America; il 13 novembre di Parigi è una dichiarazione (ufficiale) di guerra mondiale. La gravità di questo eccidio va ben oltre questi già spaventosi numeri. La gravità sta in un conflitto trasversale che conduce, inevitabilmente, alla guerra di tutti contro tutti. Quando invece avremmo bisogno di ben altro.
Scrive il sito Wakeup che “per eliminare i jihadisti l’Occidente deve collaborare con Putin e Assad”: negli ultimi mesi l’Occidente, Stati Uniti in primis, hanno espresso parole di condanna nei confronti del Presidente russo Putin, il quale ha deciso, d’accordo con il Governo di Damasco, di attaccare i terroristi presenti sul popolo siriano. Invece che unirsi alla lotta contro i jihadisti, i leader occidentali hanno preferito parlar male degli unici due capi di Stato che combattono i terroristi: Putin e Assad.Davvero? In verità abbiamo memoria corta, se dimentichiamo che l’attaccamento di Assad al proprio potere dittatoriale è stata primaria causa dello scatenarsi di questo inferno.
Ma forse si! forse a questo punto serve un’alleanza anche con loro. Resta il fatto che anche questi leader sono fra quelli che hanno seminato instancabilmente guerre e anche nella loro “lotta all’Isis” perseguono il modello guerrafondaio invasivo che produce inevitabilmente altra violenza. Come loro il presidente turco Erdogan che, sostenendo di voler intervenire “contro l’Isis”, ha iniziato a bombardare la Siria: ma il suo scopo era invece colpire il vero, principale (e davvero effettivo) avversario dell’Isis sul campo: la resistenza curda. Erdogan [il dittatore islamista Erdogan] è stato un alleato conclamato dell’Isis; e ora, nonostante l’orribile strategia della tensione che ha fomentato pur di re-impadronirsi dalla Turchia, osa profondere ipocrisia sugli attacchi contro Parigi.
Lo stesso dicasi dell’ambiguo cordoglio degli stati islamici [che anch’essi hanno nutrito Isis con fiumi di denaro].A noi sembra invece ora che il mondo riconosca quali sono i soli e veri alleati contro terrorismo; ora di sostenere, dall’interno, la resistenza: di chi davvero difende la civiltà contro la barbarie, promuovendo democrazia. Ora di sostenere la strenua resistenza curda contro l’Isis per esempio.
Stasera le strade di Oslo sono invase dall’amore”; “risponderemo con più umanità, più democrazia”. Queste parole resteranno nella storia, sono come una zattera a cui aggrapparsi per salvare il mondo e noi stessi.

