“Gestiamo migranti al costo più basso d’Italia”. La replica del Maleventum

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L’amministratore del consorzio beneventano dà la sua versione dopo l’articolo sugli immigrati accolti in 12 strutture della provincia. “Abbiamo personale qualificato, mai avuti affidamenti diretti”. Ma nel 2014 ce ne sono stati almeno 25

In seguito all’articolo “Centinaia di migranti ammassati nel degrado. E nessuno controlla”, pubblicato mercoledì 4 ottobre 2015 su Redattore sociale, il consorzio Maleventum di Sant’Agata dei Goti (BN) ci invia la seguente precisazione firmata dall’amministratore unico Elio Ouchtati:

“Non risponde al vero che gestiamo tutte strutture in periferia perché 10 su 12 si trovano nei centri urbani, le 2 strutture di Benevento città si trovano in contrade con centinaia di abitanti. La struttura richiamata nel Vs articolo si trova in contrada Madonna della Salute ed è stata più volte oggetto di ispezioni da parte della commissione provinciale prefettizia e nulla di rilevante è emerso.
Per quanto attiene alla questione acqua vi sono delle imprecisioni. Per un mese gli ospiti si sono lavati con acqua contenuta in serbatoi e acquistata presso societ
à autorizzate, e hanno bevuto acqua minerale in bottiglia. Dal 21 di ottobre vi è acqua potabile fornita dalla rete idrica. L’80% dei residenti in zona bevono e si lavano con acqua di pozzo.
Il Consorzio Maleventum si è visto aggiudicare i 2 appalti indetti dalla Prefettura di Benevento con la formula del prezzo più basso, prezzo praticato più basso d’Italia: 28 euro al giorno per migrante, contro i 35 euro a base d’asta.
Al momento ospitiamo 740 migranti in 12 strutture gestite da management qualificato e con 140 dipendenti tra cui addetti alla vigilanza, alla cucina, mediatori culturali, infermieri professionali, alle pulizie, regolarmente assunti a tempo indeterminato con Ccnl delle cooperative sociali. Oltre a 3 avvocati convenzionati per l’ assistenza legale.
Il Presidente del Consorzio non è Paolo Di Donato ma il sottoscritto, il Di Donato è il dirigente aziendale. Mai nessuno ha rilasciato dichiarazioni o interviste a vostri redattori o collaboratori pertanto risultano infondate quelle riportate. Invitiamo i vostri redattori a visionare le strutture e a colloquiare con il sottoscritto al fine di ristabilire la verit
à. Ci riserviamo azioni legali al fine di salvaguardare l’onore ed il prestigio del nostra società”.

Le dichiarazioni riportate nell’articolo, che a detta del ventiquattrenne amministratore del consorzio risulterebbero “infondate” in quanto “mai rilasciate”, sono il frutto dell’intervista al responsabile della struttura di Contrada Madonna della Salute, tale signor Mennone. L’incontro è avvenuto nel cortile interno della struttura. Il tutto è stato documentato a mezzo audio-video.
Paolo Di Donato, che è stato anche consigliere comunale di Sant’Agata dei Goti fino al commissariamento del municipio avvenuto a settembre 2015, dichiara invece di essere “ideatore, creatore e gestore, con oltre 200 dipendenti, del consorzio Maleventum”.

Paolo Di Donato “Ideatore, creatore e gestore del Consorzio Maleventum”
Paolo di Donato

Riguardo gli affidamenti diretti, da un documento in nostro possesso non ne risultano in effetti nel corso del 2015, ma ce ne sono stati almeno 25 nel 2014.

Essendo inoltre le obiezioni sollevate da Ouchtati riferibili in più punti a quanto dichiarato da Yasmine Accardo, referente nazionale territori della campagna LasciateCIEntrare, lasciamo a lei la risposta. “Sono anni – dichiara Accardo – che monitoriamo su tutto il territorio italiano lo stato di salute dell’accoglienza migranti. Quanto al Consorzio Maleventum, numerose sono le segnalazioni che ci arrivano quotidianamente. Nello specifico, la struttura di Contrada Madonna della Salute è fuori mano, ci sono solo case e i migranti devono percorre a piedi chilometri su una stradina di montagna per raggiungere il centro e trovare un bar o un mini-market. Tra l’altro, da questi ragazzi, abbiamo da poco ricevuto una lettera di denuncia delle pessime condizioni a cui sono costretti, che sottoporremo alla Commissione Parlamentare di inchiesta sui centri per gli immigrati”.

“Per quel che riguarda Dugenta – continua Accardo – si tratta un piccolo paese di neanche 3.000 abitanti. I migranti raccontano di non avere contatti e nulla si organizza per la cosiddetta inclusione. Si ritrovano in paesini di poche anime, in contesti che non possono offrire altro che panorama. Se non è isolamento questo…”.

In riferimento alla presenza di personale qualificato all’interno delle strutture, Accardo sottolinea: “Il fatto che il consorzio abbia 140 dipendenti con diverse funzioni è una cosa di cui non possiamo essere a conoscenza. Un fatto però è certo: nelle strutture visitate non abbiamo trovato mediatori culturali né tantomeno infermieri. Nella struttura di contrada Ponte delle Tavole, sempre a Benevento, c’è una psicologa che ha diverse funzioni, tra cui anche quella di mediatrice ma non parla inglese. Sulla struttura di Dugenta i migranti ci hanno detto che non ci sono addetti alle pulizie e che le lenzuola (di carta) non vengono cambiate mai. In generale a noi risulta del tutto assente la figura dell’operatore legale, del quale neanche i migranti sembrano avere notizia. Nelle strutture di Sant’Agata dei Goti e di Dugenta, che abbiamo visitato, se avessimo incontrato anche solo un vigilante avremmo sicuramente chiesto il motivo di un’accoglienza così manchevole”. (Giulia Ambrosio, Luca Leva)

Da redattoresociale


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