Marino bruciato

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E’ iniziato il conto alla rovescia per il primo sindaco grillino di Roma?

Forse, ma una cosa è certa: Marino si è bruciato. Nonostante la modesta entità dell’importo in discussione, pari a meno di 20 mila in due anni. Niente se confrontato alle devastante corruzione  dell’era Alemanno. Eppure, anche se ho difeso Marino quando è stato attaccato per le gaffe della Panda, per la sua goffaggine comunicativa, ora non sopporto  le bugie che stanno emergendo dalla ricostruzione delle cene di famiglia, camuffate secondo gli accusatori da convivi istituzionali.

Troppo per chi fa dell’onestà il proprio segno distintivo. Troppo per chi gli ha creduto. Né ritengo appropriato applicare in politica la presunzione di innocenza, perché la fiducia che sta alla base della rappresentanza è sensibile alla credibilità, prima ancora che alle sentenze.
Ora le sue dimissioni sono un atto dovuto, purtroppo nel bel mezzo del Giubileo. Ma questo è l’unico modo per uscire di scena non con onore, ma almeno con pudore. E dare a Roma un’alternativa già dalla prossima primavera. Perché i romani non sono più quelli di Sordi; e vogliono amministratori degni della rinascita civile in atto.

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