In ricordo di Rosario Livatino, “giudice ragazzino”

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Venticinque anni fa, in contrada Gasena da uomini della Stidda, fu ucciso proprio il ventuno settembre  mentre andava in auto senza scorta al palazzo di Giustizia di Agrigento Rosario Livatino (a lungo ricordato come il “giudice ragazzino”) aveva soltanto trentotto anni e aveva già dimostrato di riuscire a dedicarsi con intelligenza e serietà al suo compito di giudice dando molto fastidio ai mafiosi della provincia agrigentina.

Grazie al testimone Pietro Ivano Nava sono stati individuati i componenti del commando omicida e i mandanti che sono stati tutti condannati in tre diversi processi nei vari gradi di giudizio all’ergastolo con pene ridotte per i “collaboranti”. E’ ancora oscuro, dopo venticinque anni, il vero contesto in cui è maturato la decisione allora di eliminare(o proprio per questo?) un magistrato corretto e non avvicinabile.  Rosario Livatino è stata la terza vittima innocente e illustre di Canicatti. Prima di lui, il 25 settembre 1988 toccò al  presidente della Prima Sezione della Corte di Assise d’Appello di Palermo Antonino Saetta e al figlio Stefano trucidati in un agguato mafioso sempre sulla strada statale 640 Agrigento- Caltanissetta sul viadotto Giulfo mentre improvvisamente, senza scorta, e con la sua auto, rientrava a Palermo dove abitava e lavorava. Per questo duplice omicidio ci sono voluti quasi dieci per individuare e condannare i presunti mandanti e gli esecutori ancora in vita. Proprio oggi ci sarà a Canicatti la celebrazione di una messa del vescovo di Agrigento e di don Luigi Ciotti a ricordare i magistrati vittime della mafia nel 1988 e nel 1990.


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