Beirut: il fetore della corruzione

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Non ha il profumo dei Cedri ma il fetore dell’immondizia la protesta che sta crescendo nelle strade di Beirut e che secondo la Croce Rossa internazionale ha già un bilancio di oltre 400 feriti e, pare un morto. Al centro delle manifestazioni, promosse dal nuovo movimento YouStink ( tu puzzi) la corruzione dilagante nel paese è come simbolo, oltre all’#YouStink anche gli enormi cumuli di immondizia che giacciono ormai da giorni nella capitale a causa della chiusura avvenuta il 17 luglio scorso della discarica di Naameh dove confluisce tutta la monnezza.
Il profilo dei nuovi indignandos mediorientali lo delinea Farshid Nourai, coordinatore nazionale dell’organizzazione Assopace in stretto contatto con i loro operatori nella capitale. Si tratta di un movimento spontaneo che si è formato partendo dal richiamo social e unito rispetto alla volontà di sollevare il coperchio di corruzione politica che nel corso degli anni non sembra mai avere subito battute d’arresto. ll primo ministro Tamman Salam è tra gli esponenti politici contestati e di cui vengono chieste le dimissioni.
Una prima manifestazione di protesta si era svolta dieci giorni fa ma quella di sabato ha avuto come epilogo le cariche da parte della polizia che con idranti e gas lacrimogeni ha tentato di bloccare il corteo diretto verso il Parlamento. “Le foto che ho ricevuto via Facebook indicano che gli scontri sono avvenuti nella centralissima piazza dei Martiri” descrive Farshid. La polizia, in queste ore, sembra abbia arrestato 32 persone riferendo di 99 agenti feriti. Una giornalista della tv libanese Lbc durante la diretta è stata aggredita dalla folla.
L’evoluzione di questo movimento dipenderà anche dall’eventuale decisione di scendere in campo da parte della cosiddetta intellighentia libanese contraddistinta da un forte orgoglio nazionale ma pienamente consapevole della fortissima frammentarietà corrispondente peraltro anche ad un sistema multiconfessionale.


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