L’Unità. Giornalisti pagano risarcimenti al posto dell’editore

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Il 5 maggio conferenza alla Camera della Fnsi. Oltre 500 mila euro il conto per 26 giornalisti ed ex direttori. Bonifazi (Pd): impegno per un fondo di solidarietà. 

Pignoramenti e ingiunzioni di pagamento per una cifra che supera i 500 mila euro: è quanto rischiano di pagare 26 giornalisti dell’Unità ed ex direttori, tra cui Concita De Gregorio, condannati a risarcire i danni al posto della società editrice in una serie di cause per diffamazione. La Nie (Nuova Iniziativa Editoriale Spa), in liquidazione da giugno 2014, non è più in grado di pagare i creditori. Pertanto il Tribunale ha deciso che a far fronte alle spese dovranno essere i giornalisti, visto che nelle cause di diffamazione la responsabilità è ripartita tra editore, giornalista e direttore della testata.

Della vicenda si è discusso il 5 maggio 2015 in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati organizzata dalla Fnsi, la Federazione Nazionale della Stampa. Due le soluzioni proposte durante l’incontro: una politica che modifichi la normativa sul fallimento; l’altra, più immediatamente realizzabile, consisterebbe in un’assunzione di responsabilità da parte della vecchia proprietà, del nuovo editore e dell’azionista di riferimento, il Pd, per la creazione di un fondo che copra le spese cui i giornalisti devono far fronte.

Alla conferenza hanno preso parte i rappresentanti delle associazioni di categoria e alcuni parlamentari, tra cui Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd, partito che da sempre è azionista di riferimento del quotidiano, e che ha affermato: “Il primo impegno l’abbiamo detto oggi, seppure a mezzo stampa, è quello di destinare i residui contributi pubblici, senz’altro inferiori a quelli del passato, a un fondo di solidarietà per la libertà di informazione. Su questo siamo assolutamente d’accordo”. Il presidente della Fnsi, Santo Della Volpe, ha sottolineato l’importanza di denunciare la vicenda dei giornalisti dell’Unità. “Perché è una vicenda che riguarda tutti i giornalisti italiani e tutto il mondo dell’informazione”, ha detto. D’accordo con lui, Concita De Gregorio che in collegamento telefonico ha precisato: “È una vicenda che segna uno spartiacque e che può riguardare chiunque”. Nello specifico l’ex direttore di pignoramenti ne ha 40: casa, redditi, beni: “Finora  –  racconta  – ho già pagato 150 mila euro di risarcimenti. Mi aspettavo che intervenissero Renato Soru, l’editore che mi assunse, e il Pd, che di fatto controllava il quotidiano”.

Il quale Soru, interpellato, dichiara: “Non mi sento responsabile né legalmente, né moralmente di quanto accaduto dopo. Ciò detto, sono solidale con i giornalisti e le persone interessate in questa vicenda e credo che debba esserci una soluzione. Anche di tipo legislativo”.

Così tutte le tegole cadono sulle teste degli ex direttori. Sardo ha una dozzina di cause pendenti, Landò ne ha altre sette. De Gregorio ne ha quaranta. A una cronista del giornale, Natalia Lombardo, è stata pignorata la casa perché doveva pagare 18 mila euro. I giornalisti coinvolti sostengono che in questi anni non hanno mai ricevuto informazioni in merito alle cause in corso né dalla segreteria né dall’uffcio legale del giornale che, al contrario, sostiene invece di aver sempre aggiornato i cronisti.

Lo scorso 7 maggio anche la Nie, la società editrice, ha tenuto a precisare la sua posizione: è stata “falsamente rappresentata una situazione giuridica inesistente – si legge in un lancio diffuso dall’ Ansa –  La Nie ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Roma, con parere favorevole del pm, l’ammissione al concordato preventivo”. Quanto alle cause per diffamazione, il piano di concordato presentato dalla società “prevede un apposito fondo rischi” al quale “potranno attingere gli stessi giornalisti quando avranno soddisfatto i danneggiati”.

Alla vicenda de L’Unità sarà dedicata anche la puntata di domenica 10 della trasmissione Report.

Rdm

Da ossigenoinformazione.it


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