Riforma della scuola, quale destino per i precari?

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I precari sono esclusi dall’attuale riforma del governo Renzi nel disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Rischiano gli idonei del concorso 2012 e dei 23 mila degli asili ancora sospesi nel limbo, in attesa di una “riorganizzazione”. Si trattava degli iscritti alla Gae, le graduatorie ad esaurimento.  Ebbene, una simile riforma esclude i precari (gli idonei che hanno vinto il concorso che erano in lista d’attesa  erano 1200 rispetto ai 6000 idonei) e li mette in una condizione di indubbia  difficoltà. Del resto, si tratta di migliaia di più giovani insegnanti che restano fuori della scuola e di questo bisogna pure tenere conto.

A saltare saranno soprattutto i 23 mila iscritti alla Gae della scuola dell’infanzia messi in attesa di un progetto di riorganizzazione delle scuole materne da realizzare con i Comuni.   Di qui le critiche che vengono al progetto Renzi sulla scuola che contraddice quanto scritto ne La buona scuola del presidente del Consiglio e del suo ministro Giannini e che avranno largo campo nei prossimi mesi. E poiché gli studenti interessati-secondo i dati del MIUR sono oltre 250mila, per garantirgli lo stesso trattamento delle materne servono oltre 30 milioni di euro l’anno, prelevati dalla fiscalità generale come pure la quota del le paritarie su school bonus e 5 per mille.

Insomma la nostra Costituzione scrive “senza oneri per lo Stato” ma forse è solo un consiglio. Siamo, insomma, di fronte a un problema che l’attuale presidente del Consiglio ha sempre considerato prioritario e fondamentale nel suo programma e che dispiace dover guardare ora come un optional senza ulteriori specificazioni. Ma questa è la condizione attuale e non c’è più molto da fare.  Del resto, come ha notato stamane sul Corriere della Sera Gianna Fregonara, nel settembre scorso il progetto di riforma si reggeva su due pilastri:la cancellazione delle graduatorie a esaurimento con l’assunzione di 150mila insegnanti(la metà senza una cattedra) e un piano innovativo sulle retribuzioni di merito, rivelatosi da subito difficile da attuare e, dopo i primi calcoli, anche iniquo.

Oggi di quelle due promesse non resta granché: sul primo si cambia completamente strada e comunque ieri dal ministero hanno assicurato che gli scatti di anzianità rimangono. Sulla fine delle supplenze dal primo settembre prossimo e sull’azzeramento delle graduatorie storiche la situazione è di caos totale.  E molto si lega all’espletamento della delega al governo che deve intervenire in materia di semplificazione del Testo Unico sulla scuola e di molte materie importanti ma lasciate fuori del disegno di legge presentato.  Insomma risulta evidente la frettolosità del lavoro compiuto in questi mesi e la necessità di affrontare e risolvere problemi che sono ancora impregiudicati e riguardano l’avvenire della nostra scuola.


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