Roma 2024, non solo Olimpiadi: nella scelta peserà lo sport paralimpico

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La capitale si candida per ospitare i Giochi del 2024: la decisione del Cio nel settembre 2017. Nei dossier delle sedi candidate sempre più cruciale il capitolo delle gare per atleti disabili. Pancalli (Cip) sarà della corsa, ma il punto dolente è l’accessibilità della città

ROMA – E’ partita la corsa a Roma 2024: la città e il paese intero si candidano per riportare in Italia il fascino delle Olimpiadi 64 anni dopo l’edizione ospitata – sempre dalla capitale – nel 1960. Allora, per la prima volta, i Giochi olimpici furono affiancati da quelli riservati alle persone con disabilità in quella che – anche se il riconoscimento avvenne a posteriori – fu la prima edizione delle Paralimpiadi. Ora, Roma ci riprova e nel progetto che andrà presentato al Cio proprio l’organizzazione dei Giochi paralimpici avrà un peso non indifferente.

L’ANNUNCIO E LE TAPPE. L’annuncio del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che al Coni (dopo settimane di retroscena) ha reso finalmente pubblica l’intenzione di Roma e dell’Italia di candidarsi ad ospitare, fra dieci anni, i Giochi olimpici, non ha in sé alcun valore formale. I tempi per la scelta sono ampi: la decisione ufficiale sulla città ospitante sarà resa nota nel corso della 127/a sessione straordinaria del Comitato olimpico internazionale che si terrà a Lima, in Perù, nel settembre 2017. Tre anni di tempo, con scadenze intermedie però già definite all’interno di un percorso che cambia rispetto alle modalità adottate finora. Per garantire maggiore flessibilità alle città interessate, infatti, il Cio ha approvato la scorsa settimana una serie di modifiche, la più importante delle quali è la possibilità per la città ospitante di organizzare i teatri di gara di alcune discipline anche in altre località. E’ per questo che Renzi ha potuto parlare di un raggio d’azione che contempli anche “Firenze, Napoli e la Sardegna”. Da gennaio 2015 parte un periodo di confronto a Losanna per tutte le città interessate, il termine per presentare le candidature ufficiali è il 15 settembre 2015. Entro marzo 2016 devono arrivare i dossier ufficiali e le lettere di garanzia dei governi (il progetto “Roma 2020” si fermò tre anni fa a questo stadio, con la scelta del premier Monti di negare la garanzia). A maggio 2016 ci sarà una prima scrematura, rimarranno solo un numero ristretto di città (short list) che dovranno poi perfezionare i dossier e ricevere le visite delle Commissioni di valutazione del Cio, fino alla scelta finale del settembre 2017.

IL PROGETTO ROMA 2024. Nel dettaglio della candidatura di Roma, le cose certe al momento sono davvero poche. A gennaio parte il Comitato promotore, che sarà guidato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. Il premier Renzi ha parlato di un progetto “fatto non di grandi strutture ma di grandi persone”, con “strutture all’avanguardia” e un “controllo tecnico di spesa”: un progetto “incentrato su Roma capitale, come è giusto che sia”, in cui “spetterà al Coni allargare la proposta ad altre città, come stabilito dal Cio la settimana scorsa”. Con il presidente Malagò che, a scanso di equivoci, promette “trasparenza assoluta”.

LE PARALIMPIADI. Nel pacchetto Roma 2024 ci sono anche le Paralimpiadi? Ovviamente sì. E’ dall’edizione di Seul 1988 che Giochi olimpici e paralimpici si tengono nella stessa città, seppur in periodi differenti. Attualmente fra il Cio e l’Ipc (il Comitato paralimpico internazionale) c’è un accordo nel mantenere la stessa usanza almeno fino a Tokyo 2020, ma è più che ragionevole pensare che la tradizione proseguirà ancora: al di là del discorso sulla uguale dignità delle due manifestazioni, il binomio è un vantaggio per tutti, aumenta l’appeal dei singoli eventi e ha ritorni anche dal punto di vista commerciale. Insomma, per Roma 2024 bisognerà organizzare Olimpiadi e Paralimpiadi, e bisognerà farlo al meglio.

PANCALLI. Il primo passo, intanto, dovrebbe essere quello di mettere nella squadra del Comitato Roma 2024 l’attuale presidente del Cip, il Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli. “Sarebbe bello e io sarei particolarmente felice se, in virtù dell’esperienza maturata in questi mesi, Luca Pancalli potesse essere il primo tassello della candidatura”, dice il numero uno del Coni Malagò. Pancalli, attualmente diviso fra il Cip e l’assessorato allo Sport del comune di Roma, lascerà a breve, come ampiamente annunciato, il suo incarico in Campidoglio: tutto da definire però il suo ruolo in Roma 2024. Si vocifera possa fare il vicepresidente, o forse il direttore generale: si vedrà.

ROMA PARALIMPICA? Certamente, il suo compito, e più in generale quello del Cip, sarà di portare nel progetto Roma 2024 l’attenzione agli atleti disabili e alle persone con disabilità in generale. Dal Cip fanno notare infatti che nella scelta delle città ospitanti il giudizio riguardante l’organizzazione (in senso ampio) delle Paralimpiadi diventa nel tempo sempre più importante. E raccontano che proprio il giudizio riguardante i Giochi paralimpici ha pesato molto nella stessa scelta di Rio de Janeiro, città dove si disputerà l’edizione 2016. Certo, il programma paralimpico è molto più “leggero” di quello olimpico, visto che si disputeranno gare in 22 – 23 discipline (contro la quarantina delle Olimpiadi) e il numero di atleti sarà meno ampio (per le Paralimpiadi arriveranno in 4500 circa), ma è altrettanto vero che l’organizzazione dei Giochi paralimpici si porta dietro anche una serie di interventi a tutto tondo sul tema dell’accessibilità. Un capitolo che – è un dato di fatto – oggi non vede certo Roma come un esempio a livello mondiale. La capitale italiana, così come gli altri luoghi che dovessero essere scelti per affiancarla nel progetto italiano, avranno molto da lavorare su questo versante. E non sarà un optional: se Roma 2024 vuol diventare realtà, Olimpiadi e Paralimpiadi devono davvero stare sullo stesso piano. (ska)

Da redattoresociale.it


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