Una legge (elettorale) poco costituzionale?

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Le  due opinioni apparse questa mattina su due quotidiani importanti come il Sole 24 ore diretto da  Roberto Napoletano e il Corriere della Sera di Ferruccio de Bortoli e che si debbono al presidente emerito della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro e all’ex giudice della Corte Costituzionale ed eminente professore di Diritto pubblico, Sabino Cassese. Sullo stesso piano si colloca anche l’intervento di Carmelo Lopapa su La Repubblica di Ezio Mauro. La verità è che i quotidiani non si sono limitati, ed è il loro riconosciuto mestiere, a riportare i punti di vista di importanti giuristi ma hanno in qualche modo tenuto conto di pareri precedenti emersi in questi mesi su giornali e siti specializzati, per non parlare  anche di riviste molto qualificate che avevano messo in guardia per tempo l’opinione pubblica democratica(che sembra ancora esistere nel nostro Paese malgrado i colpi e le offese che ha dovuto sopportare negli ultimi anni)sui gravi inconvenienti che caratterizzano la nuova legge elettorale che parlamento e governo, grazie all’accordo di recente confermato tra il presidente del Consiglio del Partito democratico, Matteo Renzi, e il leader della destra populista,  che oscilla tra appoggio ed opposizione mascherata che risponde al nome di Silvio Berlusconi. Non è difficile, malgrado si tratti di un ragionamento che rinvia all’ottima Costituzione che ci diedero, più di set tanta anni fa, i padri costituenti e che in Italia vige dal 1 gennaio 1948, sintetizzare l’oggetto del contendere attuale. Giuseppe Tesauro avanza con chiarezza due obiezioni che non si possono, a mio avviso, in nessun modo trascurare anche è stato proprio lui  il presidente di quella Corte che ha dichiarato illegittimo il Porcellum, quel la mostruosa legge elettorale che l’uomo di Arcore varò, con l’aiuto del leghista Calderoli, nel 2005 e che ha resistito, malgrado tutto, fino alla recente pronuncia della Consulta emessa alla vigilia dell’ipotizzata(e mai realizzata finora) e definitiva uscita di scena dell’ex cavaliere).

La prima è che il premio di maggioranza fissato al 37 per cento “garantisce un risultato non proprio soddisfacente” anche perché esso “diventa il 27 per cento se consideriamo gli elettori” e quindi abbiamo una “una minoranza esigua che ottiene un grande premio”. Secondo il giurista napoletano, si potrebbe miglio rare questa forbice sproporzionata, riflettendo sulla opportunità, per non dire necessità, di aumentare la soglia.  Gli altri due aspetti critici, secondo Tesauro, riguardano i ballottaggi perché anche in essi vengono “assegnati dei seggi con maggioranze potenzialmente esigue”. Infine permane il problema delle liste bloccate. Anzitutto “il vero problema con le liste corte bloccate é la distribuzione nazionale dei seggi “nel senso che l’elettore può ritrovarsi persone a lui sconosciute che vengono elette  con il proprio voto.” Tesauro ritiene che l’adozione dei collegi nominali(almeno 75  sul terreno nazionale per  poter funzionare)  che l’imprenditore di Arcore non gradisce, potrebbe essere meno paradossale.

Ma c’è sicuramente un’altra osservazione necessaria, non si può adottare per una sola Camera e non approvare, prima delle prossime elezioni politiche, una legge che vada per l’altra Camera. Non a caso l’ex presidente della Corte conclude la sua intervista affermando: “Se non c’è una norma per il Senato, conviene rinviare l’approvazione di questa legge a dopo che sarà stata approvata la riforma costituzionale”. Un’ osservazione che, anche a me, sembra del tutto accettabile.   Aggiungo per concludere questa nota quel che ha osservato l’ex giudice costituzionale Cassese, già autore di un bel libro pubblicato da Il Mulino e intitolato Governare gli italiani   che tutti i politici farebbero bene a leggere, che troppe leggi nel nostro Paese  restano solo annunci e cita un particolare impressionante:” Un anno e mezzo dopo la fine del governo Monti, solo due terzi delle leggi da esso promosse sono state seguite dai relativi decreti delegati e regolamenti.


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