Ciondolo

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Il dubbio, anzi l’angoscia, è che con la scusa della governabilità, la nuova legge elettorale porti all’irreversibilità del potere. Cioè ad una maggioranza talmente forte (alto premio) e a minoranze talmente deboli (alti sbarramenti), da rendere impossibile un ricambio.

Una maggioranza parlamentare gonfiata dal premio, potrebbe votare il presidente della Repubblica, perché dal terzo scrutinio basta il 51% dei voti. E così scegliersi indirettamente i 5 membri della Corte Costituzionale che il presidente ha il potere di nominare. E controllare la magistratura, visto che il capo di Stato presiede anche il Consiglio Superiore della Magistratura. Insomma, più si procede nel ragionamento, più si vede che sparirebbe la garanzia della separazione dei poteri, dell’indipendenza dei giudici e della figura del Presidente della Repubblica come garante terzo.
Come si smonta un grumo di potere di tale entità una volta che lo si è consentito con una legge elettorale?
Oggi l’ipotesi è che Renzi ne sarà il capo e già la cosa preoccupa di per sé; ma che succede se un domani questa concentrazione di potere dovesse arrivare nelle mani di un miliardario megalomane? E’ questo il punto. Quando il potere si concentra, la democrazia finisce. E con lei, la possibilità di scegliere pacificamente delle alternative
Siamo ancora in tempo.
Smettiamo di fissare il ciondolo della governabilità senza limiti e usciremo dall’ipnosi dell’Italicum

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