Ossigeno: minacce ai giornalisti +50%, governo intervenga

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151 casi in tre mesi. Cosa fa la politica? La legge sulla diffamazione. Testimonianze di Andrea Cinquegrani, Claudio Pappaianni e Carlo Ceraso

Dal 1 gennaio le intimidazioni ai giornalisti nel nostro paese sono aumentate del 50%: nei primi cento giorni Ossigeno ha segnalato 151 casi. È il dato, allarmante, che l’Osservatorio sui giornalisti minacciati e l’informazione oscurata in Italia ha presentato in una conferenza stampa il 14 aprile a Roma, nella sede della Federazione Nazionale della Stampa.

Durante l’incontro è stata annunciata l’adesione di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, all’associazione di volontariato Ossigeno per l’Informazione Onlus che gestisce l’Osservatorio. Inoltre è stato presentato il progetto europeo “Safety Net for European Journalists. A Transnational Support Network for Media Freedom in Italy and South-east Europe” sostenuto dalla Commissione Europea, coordinato dall’Osservatorio Balcani e Caucaso e di cui sono partner Ossigeno e l’osservatorio SEEMO-IPI di Vienna.

L’AUMENTO DELLE MINACCE – Nonostante in Italia le minacce e le intimidazioni ai giornalisti siano molto numerose e frequenti e stiano ulteriormente aumentando, raramente riscuotono l’interesse dei media e delle autorità di governo, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio, Alberto Spampinato, anticipando i dati del rapporto annuale che sarà pubblicato nei prossimi mesi. Spampinato ha invitato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a colmare questo vuoto inserendo il tema della libertà di stampa nell’agenda del governo e facendone una delle questioni prioritarie durante il prossimo semestre di presidenza italiana dell’Ue.

Il segretario di Ossigeno, Giuseppe F. Mennella, ha detto che la proposta di legge sulla diffamazione, attualmente all’esame del Senato “si propone di modificare alcune norme in senso positivo, ad esempio abolendo la pena del carcere, ma sarebbe esagerato dire che si tratti di una vera riforma perché lascerà i giornalisti all’interno della gabbia attuale che limita la loro attività”.

“Non siamo di fronte al cambiamento radicale”, ha continuato Mennella, “che sarebbe necessario, ad esempio con la depenalizzazione. Sugli emendamenti che proponevano la depenalizzazione e altre misure importanti il relatore ha espresso parere negativo e il rappresentante del governo ha sottoscritto il giudizio negativo senza dare alcuna motivazione. Questo è incomprensibile. Il governo deve motivare le sue scelte. Per fase una buona legge rispettare gli standard internazionali accogliendo i richiami degli organismi europei ed internazionali, come quelli dell’OSCE, del Consiglio d’Europa e le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che, fra l’altro, raccomandano di commisurare la pena pecuniaria alle possibilità economiche del giornalista o dell’editore, per evitare che una condanna causata da un errore porti alla cessazione delle pubblicazioni di una testata”.

Il presidente delmostla FNSI, Giovanni Rossi ha detto che i dati di Ossigeno descrivono una situazione italiana ”sempre più preoccupante” caratterizzata da fenomeni di “collasso della democrazia”, mostrano un paese permeato “da una cultura che non tollera la funzione di controllo propria del giornalismo, nel quale l’attività della stampa libera è considerata un attacco a cui reagire con intimidazioni o querele pretestuose, un fenomeno frequentissimo”.

LE TESTIMONIANZE – I giornalisti Andrea Cinquegrani, Claudio Pappaianni e Claudio Ceraso hanno raccontato gli episodi intimidatori di cui sono stati vittime. Cinquegrani ha parlato della lunga serie di vessazioni cui il mensile di cui è direttore, La Voce delle Voci, ha dovuto subire, fino al sequestro, pochi giorni fa, della testata, come risarcimento danni in seguito a una condanna in primo grado per diffamazione. Questi pignoramenti rischiano di portare alla cessazione delel pubblicazioni dopo oltre 40 anni di storia. “Quello che la camorra non è riuscita a fare contro di noi , lo sta fascendo una sentenza del tribunale civile”, ha commentato amaramente.

Claudio Pappaianni, collaboratore dell’Espresso, recentamente minacciato di querela da un noto albergatore campano, ha descritto i pericoli a cui vanno incontro i giornalisti che lavorano nel contesto locale e quelli precari: “rischiano molto, perché non sono garantiti. Il loro lavoro li espone a rischi grandissimi, vengono intimiditi da un potere che non tollera le critica, che minaccia anche attraverso i comunicati stampa. Per questo occorre fare sistema, mettersi insieme, dimostrare solidarietà ai colleghi: ciò che spesso non avviene, ed è un grave problema”, ha detto.

Carlo Ceraso, giornalista di Spoleto, direttore della testata web Tuttoggi.info ha subito minacce e l’oscuramento di tre articoli per disposizione giudiziaria per un’inchiesta sul dissesto della Banca Popolare di Spoleto. Ceraso ha parlato delle difficoltà della cronaca locale. “Nel nostro caso”, ha raccontato, “c’è stata scarsa attenzione da parte dei colleghi del nostro territorio. L’attenzione è venuta da più lontano. Trenta senatori hanno presentato un’interrogazione parlamentare per far luce sul sequestro di alcuni nostri articoli da parte della magistratura, nessuno di loro era umbro”.

IN EUROPA – Ha chiuso l’incontro il vice segretario della FNSI, Daniela Stigliano, membro del consiglio direttivo della Federazione europea dei giornalisti (EFJ), che ha parlato dell’impegno di questo organismo a livello internazionale: “osserviamo in tutto il continente il fenomeno delle minacce alla libertà di stampa”, ha spiegato, “anche se ancora in altri paesi non riusciamo a monitorarle come fa, meritoriamente, Ossigeno in Italia. In moti paesi le violazioni sono motivate con le leggi antiterrorismo. In molti paesi, inoltre, non esiste alcuna tutela delle fonti fiduciarie né alcun diritto di accesso agli atti pubblici”.

MF

Da ossigenoinformazione.it


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