Lampedusa, 3 mesi dopo la strage, si augura un Paese migliore. Di cui non doversi più vergognare

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“Sono 16 oggi i prigionieri dell’isola di Lampedusa. Alcuni di loro sono qui dal 3 Ottobre e sono sopravvissuti alla strage nella quale 368 persone hanno perso la vita”. Lo scrive in una lettera il Comitato 3 ottobre. “In questi tre mesi hanno vissuto altri arrivi, il sovraffollamento del centro, l’arrivo dell’inverno, la vergogna delle docce antiscabbia. Hanno visto passare dal centro in cui sono rinchiusi il Presidente del Consiglio Letta, il Ministro dell’Interno Alfano, la Presidente della Camera Boldrini, Il Presidente della Commissione Europea Barroso, il commissario europeo per gli affari interni Malmstrom, il Presidente della Regione Sicilia Crocetta.

“Sono stati intervistati, filmati e fotografati da centinaia di giornalisti di tutto il mondo. Hanno anche convissuto con un Parlamentare che con loro ha diviso la prigionia e il Natale. E i giorni sono passati, e loro sono ancora lì, rinchiusi. Di loro è stato detto che non potevano lasciare il Centro perché testimoni. Ma nessuna legge permette di privare dei testimoni della propria libertà.

Di loro è stato detto che non possono lasciare Lampedusa finché non acconsentiranno a fornire le proprie impronte digitali. Ma tutti i migranti che sono passati da Lampedusa dal 3 ottobre a oggi sono stati trasferiti senza averle fornite. Sono sedici, adesso, dentro il centro. Sono rimasti solo loro, dopo che – anche a seguito della denuncia dell’onorevole Chaouki – il Governo ha provveduto a trasferire gli ultimi 169 migranti giunti sull’isola. Tra loro c’è una sola donna, una ragazzina eritrea.
Ha 18 anni, Fanus è il suo nome. E la notte non dorme. urla e piange. Chissà quali fantasmi la perseguitano quando arriva il buio. E chissà se i suoi incubi sono legati anche a quel luogo dal quale nessuno vuole tirarla fuori.

Fanus, i suoi sei compagni Eritrei e i suoi nuovi amici Siriani hanno “festeggiato” l’ingresso del nuovo anno rinchiusi nel C.S.P.A. di Lampedusa; e chissà se qualcuno in questi tre mesi ha avuto mai il coraggio di spiegare loro il significato beffardo di quell’acronimo: Centro di Primo Soccorso e Accoglienza.
Nessuno è riuscito finora a liberarli, malgrado la loro permanenza sia illegittima, ingiusta e crudele.

Per il momento a noi non resta che augurare loro un buon anno nuovo, e sperare, ma forse è arrivato il momento di pretendere, che qualcuno si decida finalmente a portarli via da Lampedusa, che possano raggiungere il luogo dove vogliono vivere e che quello che hanno scelto sia un paese migliore del nostro, che ha l’unico merito di averli tratti in salvo dal mare.

Auguriamo loro che in futuro nessuno più calpesti i loro diritti e la loro dignità e che i loro desideri di libertà e pace si avverino e i brutti ricordi scompaiano.
Auguriamo a Fanus e a tutti gli altri di ritrovare serenità e giustizia.
E auguriamo a tutti noi un Paese migliore, di cui non doversi più vergognare.


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