La guerra delle rimesse

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Da diversi mesi assistiamo ad un attacco sistematico da parte di vari esponenti politici della Lega, non ultimo l’europarlamentare Matteo Salvini, alla questione delle rimesse che i migranti residenti in Italia, inviano nei Paesi d’origine; ancora una volta ciò avviene in maniera strumentale per rimettere in discussione diritti già acquisiti e per legare la questione “immigrazione” alla crisi del Paese. In particolare, Salvini ha sollecitato la Commissione Europea affinché tassi ulteriormente le rimesse verso Paesi extraeuropei (http://www.polisblog.it/post/193489/lega-salvini-alla-commissione-europea-tassiamo-le-rimesse-degli-immigrati) mentre in Parlamento altri suoi colleghi chiedono addirittura una banca dati più dettagliata ( http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/money-transfer-e-contributi-sociali-la-lega-nord-si-faccia-chiarezza_1040678_11/). Una “guerra alle rimesse” che dimentica come la proposta di ridurre il costo delle rimesse di cinque punti percentuali in cinque anni (iniziativa che prese il nome di “5×5”) fu su iniziativa dell’Italia durante il G8 de L’Aquila nel 2009 (quando anche la Lega stava al Governo. Inoltre, l’Italia dispone di un efficiente sistema di raccolta dati, e secondo le legge ancora in vigore ogni immigrato ha già l’obbligo di esibire in qualsiasi money transfer il proprio documento di identità prima di poter effettuare il versamento, pena la denuncia.

Non bisogna dimenticare (e da europarlamentare Salvini dovrebbe saperlo) che la riduzione dei costi dell’invio delle rimesse dei migranti rappresenta uno dei punti prioritari dell’agenda comunitaria su migrazioni e sviluppo, impegni che l’Italia non è stata ancora in grado di ottemperare. E non ultimo, che sono ormai diverse le fonti e i rapporti statistici che documentano, quanto e come gli immigrati regolarmente presenti nel nostro Paese contribuiscano alla ricchezza e allo sviluppo dell’Italia, anche in termini economici. Basta citare le stime proposte dall’ultimo dossier statistico immigrazione: gli oltre 5 milioni di stranieri presenti in Italia portano nelle casse dello Stato un beneficio netto, pari a un miliardo e 400 milioni di euro; stando al suddetto rapporto, se le entrate per lo Stato a carico dei lavoratori immigrati sono state pari a 13,3 miliardi di euro nel solo 2011, le uscite a loro destinate sono risultate pari a 11,9 miliardi, con un netto positivo a tutto vantaggio delle casse nostrane.

* Segretario generale di Actionaid Italia

http://www.actionaid.it/


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