Ci-Re-Cu, il nuovo Pd. Un caffè per votare

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Repubblica e Corriere, oggi, a braccetto. “Primarie Pd: la sfida è l’affluenza”. “Pd, la vera prova è l’affluenza”. Due milioni? Di meno, di più? Con l’ottimismo della volontà, ma anche con il conforto delle tante persone straordinarie che ho incontrato sostenendo la mozione Civati, io dico che saremo in tanti a votare. Subito dopo aggiungo che anche solo un milione non sarebbe da buttar via. Perché da 10 mesi a questa parte abbiamo fatto di tutto per scoraggiare la partecipazione, per gelare l’entusiasmo, per logorare la resistenza del popolo della sinistra. Prima  il tradimento dei 101 e il governo con Berlusconi, poi una politica economica senza idee, che distribuisce briciole e si fa imporre dalla destra l’unico manifesto ideologico di questi tempi: l’abolizione dell’IMU. Poi abbiamo digerito lo scandalo di un ministro dell’interno (Alfano) che si faceva dettar legge, al Viminale, dall’ambasciatore di un paese straniero, quello di un ministro guardasigilli che si mette a disposizione di una nota e potente famiglia con tre arrestati e un latitante. Poi non siamo riusciti (o non abbiamo voluto?) cambiare una legge che privava gli elettori del diritto di scegliersi gli eletti e che, con un premio “truffa”, favoriva il formarsi di coalizioni impossibili destinate a spaccarsi e a sgovernare il paese.  fino a obbligare la Corte Costituzionale di cambiarla lei. Davvero ogni cittadino che si reca oggi alle urne, merita un grazie per la sua tenacia, per la sua volontà di crederci nonostante tutto.

“Le facce da terza repubblica che in 50 giorni hanno liquidato la vecchia politica” e sotto la foto di Renzi, Cuperlo e Civati sorridenti, molto più uniti di quanto non siano mai stati Veltroni e D’Alema, Franceschini e Fioroni. L’articolo è di Curzio Maltese. Parla di Matteo come “il più televisivo, quello che parla già da segretario”, di Gianni come “il più intellettuale, ammirevole, e anche simpatico, nel suo rifiuto di ogni demagogia” e di Civati come della “sorpresa della campagna per le primarie; ha tirato fuori il meglio di sé: brillante, dotato di sense of humour, molto innovativo”. Comunque la pensiate, il Pd, domani, non sarà quello doroteo, autoreferenziale, senza politica che abbiamo visto dopo l’exploit dei 101. Meno male.

Intorno dei simpaticoni che definiscono un cabaret queste primarie e poi fanno a gara per salire in passerella. Il Giornale. “Va in scena la farsa Pd per eleggere il leader (ma Renzi ha già vinto)”. La Stampa. “Grillo-Forza Italia: tenaglia sul governo”. Berlusconi, ci informa il Giornale, vuole “un governo di scopo” per cambiare la legge elettorale e poi al voto. Invece “Grillo butta fuori i deputati abusivi”.  Sarebbero quelli (148)  eletti in forza del premio di maggioranza. Sveglia Grillo, connetti il cervello prima di sparar cazzate. Sono 7anni che andiamo avanti con la legge “porcata”, che eleggiamo quelli che scegliete voi capi (Berlusconi, Grillo, Monti o Bersani), che concorriamo a una gara con il trucco: 148 deputati in regalo per un voto in più. E tu, Grillo, volevi addirittura farci votare di nuovo con la legge porcata.  Perciò, se vuoi dare una mano, impegnati a cambiare la legge. Poi si potrà andare al voto, E se Letta e  Alfano volessero durare per tutto il 1014 (“Alfano nei panni del leader: riforme e poi voto nel 2015”, la Stampa)) dovranno spiegarci bene per far cosa e nell’interesse di chi.

Cari lettori, prendo congedo, vado a votare Civati e mi riposo un po’. Non senza darvi un consiglio: se avete voglia di leggere una cosa interessante, per evadere per qualche tempo dalla politica italiana, vi consiglio Ian Buruma, a pagina 28 di Repubblica. Si tratta di un’analisi essenziale del nazionalismo giapponese e di quello cinese, con la ricostruzione dell’albero genealogico dei leader in campo. Dimmi chi era tuo nonno e ti dirò chi sei.

Da corradinomineo.it


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