Sciopero della fame per i giornalisti di Shabelle Network e di Faduma

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E’ particolarmente dura la reclusione nel Carcere Centrale di Mogadiscio di Abdulmalik Yusuf, editore di Schabelle Media Network, di Faduma Abdulcadir Hassan, la giornalista femminista violentata da due esponenti della Polizia Politica che lavorano anche per l’emittente di Stato e la cui vicenda è stata diffusa su Youtube da Mohamed Bashir Hashi, giornalista di Radio Shabelle anch’egli arrestato. Quello Centrale di Mogadiscio è il carcere destinato, in particolare, ai terroristi che hanno sparso il sangue somalo in attentati bomba e tanto lascia immaginare come il trattamento al suo interno possa essere rispettoso dei diritti umani. L’edificio è infestato dagli insetti e dai topi, il caldo è soffocante, le latrine sono infrequentabili, il cibo è quello che si può sospettare con le premesse date. Non vi sono docce. Ma il peggio è che gli Al Shabab ivi detenuti sono anche stati tra i bersagli della stampa libera della Somalia e di Shabelle Media Network in particolare. La reclusione in quello stesso carcere di Faduma Abdulcadir Hassan, di Mohamed Bashir Hashi e di Abdulmalik Yusuf equivale, quindi, anche ad un attentato alla loro incolumità e aggiunge un supplemento di pena radicalmente contrario ai Diritti umani.
Abdulcadir Hassan, Mohamed Bashir Hashi e Abdulmalik Yusuf, per protesta, hanno iniziato da due giorni lo sciopero della fame e fanno appello all’ONU, alla UE, all’Italia ed al mondo civile tutto per un intervento che ponga fine all’ingiustizia che stanno subendo.
Ma è sulla graticola anche il maggiore responsabile di quella carcerazione, il Presidente della Repubblica Federale somala Hassan Sheikh Mohamud. Filtra dal suo entourage la preoccupazione dopo che, nell’incontro dell’altro ieri all’aeroporto di Mogadiscio con le delegazioni diplomatiche dell’Occidente, è stato esplicitamente chiesto a Mohamud di dimettersi, stante la sua palese inadeguatezza a guidare la Somalia verso la completa democrazia delle elezioni universali fissate al 2016 attraverso la road map disegnata dalla comunità internazionale.
Di quel nervosismo è prova la lite scoppiata tra la Vice Primo ministro e Ministro degli esteri Fawzia Yusuf Haji Adan ed il Commissario europeo per lo sviluppo Andris Piebalgs. Fawzia Yusuf ha infatti incolpato la UE di non aver ancora ottemperato alle promesse di aiuto finanziario fatto lo scorso settembre a Bruxelles e Andris Piebalgs, in un’intervista esclusiva a IBTimes UK, ha oggi risposto che “la Signora Fawzia mente”, invocando i progetti in corso di realizzazione in Puntland e Somaliland e addebitando al Governo Federale di Mogadiscio di non avere adottato un efficiente sistema di contabilità e di rendicontazione trasparente. Un rilievo, quello del Commissario UE, che riporta alle dimissioni recentemente presentate dalla prestigiosa Yussur Abrar con pesanti accuse al Presidente Mohamud di interferenze indebite nella gestione della Banca Centrale.
A capo della Banca Centrale, in sostituzione di Abrar Yassur, è stato oggi nominato Abshir Ali Isse.
Dopo il Presidente Mohamud, anche Fawzia Yusuf Haji Adan affossa la dignità della Somalia, un paese che, avendo bisogno della solidarietà internazionale, non la può pretendere. Né Fawzia Yusuf Haji Adan può offendere l’Unione Europea che, contribuendo ad AMISOM, garantisce anche la sua sicurezza.

http://primavera-africana.blogautore.repubblica.it/2013/11/28/sciopero-della-fame-per-i-giornalisti-di-shabelle-network-e-di-faduma/


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