Veleni e fumogeni. Il caffè del primo ottobre

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Si può morire così, in una spiaggia bellissima, l’ultimo giorno di settembre. Oltre quelle dune, il sogno di poter avere un futuro. Ma dietro hai il mare e l’orrore passato, l’inferno che ti riprende. Ha ragione Adriano Sofri, che ne scrive su ‘Repubblica’, a evocare Caronte. Quello che colpisce nei 13 corpi distesi sul litorale di Scicli, come in un  quadro di Guccione, la barca ora sola a limitare mare e cielo, ma prima i Caronte a frustarti con la cinghia, per spingerti giù in fondo e sott’acqua, sì, quello che colpisce è il carattere mitico del supplizio. Vedi quella spiaggia e la speranza seppellire, finalmente, nella memoria il dolore della fame e della guerra, ma stai affogando e ti aggrappi a un bagnino siciliano, forte, che ne può salvare uno alla volta. E tu sei l’altro e anneghi. Il vescovo Mogavero, più a ovest sullo stesso litorale, e altri come lui che non conosco, pregheranno per questi morti, laveranno le ferite dei vivi. Noi no. Siamo lontani, fuori da quel quadro di bellezza infinita e disperata. Chiusi di qua da un televisore, vorremmo svegliarci e piangere. Continuiamo a innaffiare una piantina ormai secca e a parlare di una storia già finita.

“Berlusconi attacca. Scontro con Napolitano”, scrive il ‘Corriere della Sera’. “B spara. Napolitano telefonò per cambiare la sentenza CIR”, il ‘Fatto Quotidiano’. E ‘La Stampa’: “Crisi, è l’ora dei veleni”. Per la verità, da quando Berlusconi è in campo di “veleni” ne abbiamo fatto un’abbuffata. Dal metodo Boffo, ex direttore di ‘Avvenire’ costretto a dimettersi per un falso pubblicato sul ‘Giornale’, alla campagna denigratoria, con spie inviate in ogni dove, contro Gianfranco Fini, ai magistrati che si facevano corrompere e agli altri da sputtanare, ai ricatti che famigli, procacciatori di prostitute e prostitute ordivano contro Berlusconi alle contro mosse, ancora più velenose, per ridurre il danno. Però ormai è come se il gas Sarin si diffondesse dal corpo del capo in ogni dove.

Di mattina tocca ai dimissionati, Alfano in testa, rispondere a Sallusti: “Non ci avrai, con il metodo Boffo”, con la fabbrica del fango. Nel pomeriggio lo statista pacificatore si comporta con i suoi quasi 200 parlamentari come Al capone con le “famiglie” americane. Apre e chiude la riunione. Nessun parli, se proprie deve, con me a cena, uno alla volta. Infine (che strano!) il Caimano si distrae e proprio quando una telecamera di Presa Diretta è accesa accanto a lui. Racconta al telefono che il Presidente della Repubblica avrebbe costretto i giudici di Cassazione a rivedere la sentenza CIR-Mondadori per regalare 200 milioni al nemico giurato, De Benedetti.

Il Presidente della Repubblica, alle prese con la prossima crisi di governo, risponde sdegnato: “invenzione delirante volgarmente diffamatoria”. Ma il Sarin intossica l’aria e Beppe Grillo chiede le dimissioni del Presidente e magari l’arresto, in quanto compare di merende del pregiudicato. Perché proprio Grillo, come  “il pregiudicato”, vuole votare a novembre. Vuole scegliere lui i futuri parlamentari e punire gli infedeli, vuole illudere di poter prendere il premio di maggioranza e governare da solo. Proprio come il condannato, che spera, così, di cancellare i suoi crimini, Grillo per nascondere il vuoto della sua proposta, per non mettere alla prova “i cittadini deputati” e rischiare di perderli. Perciò grida, come faceva Silvio “comunisti”, “tutti morti”, che cambia? Ieri Formigli ha chiesto ad Aldo Busi, se quell’uomo pieno di qualità, sì, Beppe Grillo, possa rappresentare ancora una speranza per l’avvenire. Certo – ha risposto Busi –  se avrà il coraggio di compromettersi in una coalizione di governo. Di passare dall’urlo al fare.

Il ‘Sole24Ore’: “Spread e borsa sale la tensione”. ‘Le Monde’: “L’Italia ostaggio di Berlusconi”.  Il ‘Giornale’, invece: “Scatta la tassa Letta”. Perché oggi è il giorno dell’aumento dell’Iva, promesso a suo tempo dal governo Berlusconi come garanzia del risanamento dei conti, e ora scattato perché Berlusconi temendo l’arresto ha fatto saltare il banco. Ma la domanda di tutti è la stessa: tutti ancora con B, “i moderati” della destra, tutti a riempirsi i polmoni di gas e a vomitare veleni, decisi a inabissarsi col capo e l’Italia a rimorchio? Vediamo. Gli industriali dicono basta, ormai tutti i giorni. ‘L’Osservatore romano’, “L’Italia costretta a una nuova crisi politica”, parla oggi di “crisi irresponsabile non solo per l’economia”. Secondo l’Ispo, più di un elettore della destra su tre non vuole la crisi. Ma per Alfano è durissima, ricorda come è andata con Fini, a paura di finire in mezzo tra Monti, Casini, teme Grillo che vuol regalare al Cavaliere ancora un voto col Porcellum. Ieri sera pare che la cena tra Alfano e Berlusconi sia andata storta. Domani sapremo.

Il Pd sta tenendo bene. Matteo Renzi ha deciso di tacere: bravo! Prima vediamo se l’esercito di Silvio si divide. Solo dopo toccherà decidere, con coraggio e prontezza. Tutti paiono convinti che non sia tempo di raccattare un voto qua e uno là per tirare a campare. È, per me, una bella consolazione. Ricordo ancora quel collaboratore di Jospin che mi raccontava del mio Presidente del Consiglio, Romano Prodi, intento a fare i conti  dei voti persino durante un vertice italo-francese, (“più due, meno uno”), quando Bertinotti aveva aperto la crisi. e Parisi contava i reduci. Invano. Come vano è stato lo scouting di Bersani, appena qualche mese fa. Va sempre male. Perché sono tecniche padronali, da lasciare a Verdini, il contrario della politica e della sinistra.

Dunque, domani sapremo se Letta riesce a dividere Pdl. Se sì, il governo andrà avanti. Senza più larghe intese né la pretesa di cambiare con Berlusconi la Costituzione, ma magari presentandosi con più vigore sulla scena europea, con più coraggio in difesa del lavoro, più severità contro corruzione e sprechi pubblici. Il Pd potrà fare il congresso, discutere dell’Italia, preparare il futuro. In Parlamento, caduto il ricatto del Caimano, si potranno approvare buone leggi anche senza vincolo di maggioranza: dal contrasto all’omofobia, a misure la guerra contro le donne, a provvedimenti per la tutela dell’ambiente. Oltre alla legge più necessaria e moralmente cogente: quella che restituisca agli elettori il diritto di eleggere.

Se invece Quagliarello e Lorenzin e Cicchitto rientrassero nei ranghi, poco da discutere. Occorrerà cercare un accordo di governo con Lista Civica e Movimento 5 Stelle per abrogare il porcellum, approvare la finanziaria e andare al voto in primavera, magari a Maggio, quando dovremo rinnovare il Parlamento Europeo. In questo caso, consiglio vivamente la delegazione del Pd a non chiedere Palazzo Chigi. Che il Presidente del Consiglio sia una personalità terza. Consiglio a chi sarà del Pd di sottrarsi a una nuova diretta streaming ma di chiedere, pacatamente e pubblicamente, che il Movimento 5 Stelle cali i suoi assi. Trasparenza, governo a tempo, personalità indipendente a palazzo Chigi? E poi? Anche conflitto di interessi? Più grinta in Europa? Che altro? Ogni tanto testo in rete, le guardie rosse di Casaleggio.  Se gli parli di politica rispondono solo con l’insulto. È segno di una debolezza, da mettere a nudo.

da corradinomineo.it


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