Giornalismo sotto attacco in Italia

“Storie della Resistenza”

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C’è chi propone addirittura che venga adottato nelle scuole. “Storie della Resistenza”, Sellerio editore Palermo, 434 pagine 15 euro – è un libro che lascerà il segno. Curato da Domenico Gallo, studioso di letteratura ed esperto di linguaggio, e da Italo Poma, storico, saggista e autore di documentari sulla lotta di Liberazione, è uscito in occasione dell’8 settembre e ha già fatto parlare parecchio di sé. L’Editore lo presenta come un’antologia inedita di racconti e testimonianze della Resistenza, storie e resoconti scritti a caldo, a pochi anni o mesi di distanza dagli eventi, raccolti e riscoperti grazie a un innovativo lavoro di ricerca e di archivio.

Caratteristica decisamente significativa del volume è l’offerta di differenti – talvolta opposti – piani di lettura possibili: quello storico, quello politico, quello umano, e persino – in piena sintonia con i tempi – quello anedottico. Una raccolta vasta, approfondita e selettiva, mai casuale, di ricordi, di testimonianze, di racconti, di appunti, di ritratti, di storie di vita, di morte e di azioni militari, raccontati dalla viva voce dei protagonisti, fra i più noti e autorevoli giornalisti, scrittori, uomini di cultura che furono in prima linea nella lotta contro i fascisti, nella lotta per la ricostruzione del Paese.
Uomini e donne che seppero trasformare il coraggio della pubblicistica e dell’editoria clandestine sotto la dittatura, nell’entusiasmo per un’editoria di pace. I nomi? Da Guido Piovene ad Arrigo Benedetti, da Lidia Menapace a Carlo Levi, da Marcello Venturi a Nuto Revelli, da Romano Bilenchi a Massimo Mila. Tanto per citarne alcuni.

Un nome, invece, non c’è: è quello di un giovane combattente morto e rimasto sconosciuto, autore del cosiddetto “Dizionario del partigiano”, un elenco alfabetico di definizioni delle cose importanti e familiari agli occhi del ribelle della montagna. Non c’è reducismo e neppure l’enfasi del “non possiamo dimenticare” in Storie della Resistenza: c’è il proposito dichiarato di salvare, della lotta partigiana, quella dimensione di civiltà e democrazia che il tempo, e vari revisionismi più o meno consapevoli, rischiano ogni giorno di appannare.

Una vista ad altezza d’uomo della quotidianità del partigiano – si legge nell’introduzione – che si articola a coglierne le diverse facce: l’organizzazione e la disciplina, la mentalità che deriva dalle diverse ideologie, l’etica, i sentimenti amorosi, il rapporto con le armi e la violenza, la giustizia e il desiderio di vendetta, la comunione con il paesaggio, il tradimento, la fratellanza, la rappresaglia, la vanità, la moda. Un’analisi minuziosa dei “perché” e dei “come” che portarono almeno due generazioni di italiani a immaginare un futuro diverso, un futuro di libertà, tracciandone con perizia un modello possibile, disegnato con il cervello e con il cuore, da lasciare in eredità.
Un’analisi frutto di ricerche “personali e particolari”, rese possibili anche dal fatto che uno dei due curatori, lo storico Italo Poma, è figlio di Anello, uno dei grandi leader della Resistenza italiana e combattente volontario nella Guerra di Spagna contro Franco.
Oggi Poma figlio è presidente di AICVAS (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna).


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