Roma piange Gigi Magni

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Ho conosciuto Gigi Magni sul set del suo film “La Carbonara” nel 1999, poi ci siamo ritrovati in un festival Cinematografico a Siena nel 2007; non ho avuto l’onore di lavorare con lui ma in quei momenti che ci siamo parlati la sua romanità e la sua cultura per la Roma Papalina mi coinvolse. Venni colpito dalla sua ironia e dall’amore per Roma, ne parlava come se fosse una bella donna. Luigi Magni non era solo un regista, ma un esempio unico e originale di intellettuale e storico di Roma capace di indagare, interpretare e rendere vivo il nostro passato e i suoi personaggi attraverso film indimenticabili, profondamente colti e allo stesso tempo attraversati da un linguaggio schietto e popolare. La notizia della sua morte è una gran perdita per il cinema italiano. Grazie al suo lavoro rimarrà in noi il ricordo straordinario di un esperienza  artistica indimenticabile.  Ai familiari e a sua  moglie, Lucia Mirisola, importante scenografa e costumista del cinema italiano, le nostre più sentite condoglianze.

Alcuni cenni biografici e artistici
Magni, inizia la sua carriera come sceneggiatore e soggettista in collaborazione con Age & Scarpelli. Nel 1956 approda definitivamente nel mondo del cinema lavorando con i più importanti registi italiani dell’epoca: Mario Monicelli, Luciano Salce, Mauro Bolognini, Camillo Mastrocinque, Giorgio Bianchi, Pasquale Festa Campanile, Carlo Lizzani e Alberto Lattuada. Nel 1968 passa dietro la macchina da presa dirigendo Vonetta McGee, Enzo Cerusico e Renzo Montagnani nella commedia Faustina. Ma il successo arriverà a Magni con il suo secondo lavoro, Nell’anno del Signore (1969), la pellicola che delinea il suo marchio di fabbrica: commedie ambientate nella Roma papalina e risorgimentale, ondeggiando tra l’aspetto farsesco e quello drammatico, non dimenticando il linguaggio squisitamente “romano”. Da questo film inizia la collaborazione di Luigi Magni con Nino Manfredi. Dopo La Tosca (1973) con Monica Vitti, In nome del Papa Re (1977) fa vincere al regista il David di Donatello per la migliore sceneggiatura. Tra i suoi ultimi film: State buoni se potete (1984), Secondo Ponzio Pilato (1987), ‘O Re (1988), In nome del popolo sovrano (1990), Nemici d’infanzia (1995), che gli fa vincere il secondo David di Donatello per la sceneggiatura, e La Carbonara (2000). Dopo il film per la TV La notte di Pasquino (2003) e dopo la morte di Nino Manfredi (2004), Luigi Magni non ha più diretto film. Sempre nel 2004 riceve al Tranifilmfestival il premio cinematografico “Stupor Mundi” riconoscimento alla carriera ispirato alla figura di Federico II di Svevia. Nel 2008 riceve il David di Donatello alla carriera per celebrare i suoi 80 anni e i 40 di attività registica. 

 

 

 

 

 

 

 


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