Filma auto carabinieri: denuncia integrata dopo puntata Le Iene

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di Rossella Ricchiuti   

Andrea Mavilla ha aggiunto altre accuse al suo esposto contro i carabinieri: “Volevano mandarmi in galera”

“La legge deve essere uguale per tutti, ma in Italia non tutti sono uguali davanti alla legge”. Così Andrea Mavilla, il blogger denunciato e perquisito dai carabinieri per aver filmato un’auto dei militari posteggiata sulle strisce pedonali, commenta la vicenda che lo vede protagonista. L’episodio è avvenuto il 7 giugno, ma è stato reso noto solo mercoledì 25 settembre, nel corso della trasmissione Le Iene, andata in onda su Italia 1.

“Adesso che la mia storia è stata diffusa e corredata da prove audio, l’intero caso subirà un ribaltamento. Era quello che speravamo”, spiega Mavilla. Il blogger, infatti, dopo esser stato condotto in caserma, aveva presentato denuncia sull’accaduto tramite il suo legale il 10 giugno, senza dichiarare, però di essere in possesso di prove audio.

“Ho deciso, di comune accordo con il giornalista Matteo Viviani de Le Iene di non presentare la registrazione che testimoniava la perquisizione, il tono usato dai carabinieri nei miei confronti e il fatto che mi abbiano condotto con la loro vettura in caserma, perché volevamo dimostrare che la giustizia italiana non funziona”, spiega Mavilla. “Volevano mandarmi in galera, se non avessi avuto queste prove mi sarei ritrovato dietro le sbarre a meno di 30 anni”, aggiunge.

Il blogger racconta di essere stato denunciato dai carabinieri per oltraggio a pubblico ufficiale e diffamazione aggravata. “Tutto questo per dei reati che non ho mai commesso, volevano farmela pagare”, spiega. “I carabinieri hanno dichiarato di essere entrati in casa mia quella sera senza fare minacce né violenza psicologica. Inoltre hanno aggiunto che sono andato in caserma con la mia automobile. Tutto questo non è vero e la registrazione audio lo conferma”, racconta.

“Dopo la trasmissione de Le Iene, infatti, ho presentato una denuncia integrativa contro i carabinieri in cui aggiungo i reati di sequestro di persona, perché loro mi hanno portato in caserma forzatamente con la loro auto, e calunnia, perché mi hanno attribuito illeciti che non ho mai commesso”, continua. Queste due infrazioni si aggiungono a quelle precedentemente denunciate dal blogger: violazione di domicilio, abuso di potere e abuso d’ufficio, violenze psicologiche e minacce.

Il servizio de Le Iene, in cui è stata raccontata la storia di Andrea comprovata dalla registrazione audio, teoricamente non sarebbe dovuto andare in onda: infatti il procuratore di Monza Donata Costa, che si sta occupando del caso, aveva intimato al programma di bloccarne la trasmissione. “Matteo Viviani e il produttore de Le Iene si sono però assunti le responsabilità e hanno deciso di mandare in onda il servizio”, spiega Mavilla.

Alla chiusura delle indagini sul blogger, la procura di Monza ha ipotizzato i reati di oltraggio a pubblico ufficiale e diffamazione aggravata, disponendo inoltre la rimozione del video da Youtube.

“Ora la situazione si è completamente ribaltata e la procura si troverà ad indagare sul contrario”, conclude il blogger.

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