Per la rinascita, l’unità delle forze non subalterne al liberismo, alla politica personalistica

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di  Sergio Gentili, Carlo Ghezzi 

ROMA – Il Congresso del Pd che l’assemblea nazionale prevista per il 20-21 di questo mese  convocherà di fatto è cominciato da tempo da tempo, ma solo per discutere di candidature, segretario, premier, segretario-premier.

Le Festa del partito si sono trasformate in grandi palcoscenici ad uso mediatico, con interviste in cui i diversi esponenti del Pd annunciano la loro scelta in relazione alle candidature. Noi riteniamo che sia giunto il momento di cominciare a discutere e ad unirci su scelte di fondo che riguardano l’Italia e i democratici.
Con il deludente risultato elettorale e dopo l’umiliante performance sul Presidente della Repubblica, sono arrivati al pettine questioni di fondo che riguardano l’identità del PD, la sua collocazione politica e sociale, l’essere partito o federazione di correnti  e di partitini. In parte, sono problemi già affrontati nello scorso congresso a cui erano state trovate soluzioni che, inspiegabilmente, non sono state applicate.
Oggi, auspichiamo e ci impegneremo per fare del congresso il momento in cui ci si misurerà per una nuova linea, un nuovo PD e un nuovo gruppo dirigente, composto da giovani forze sperimentate, a cui spetterà prendere la direzione della politica e del partito. Senza deleterie rotture generazionali ma con  innovazioni e rinnovamento vero. Ai giovani spetta dimostrare autorevolezza, autonomia e spirito unitario.

Cuperlo, Fassina, altre forze disponibili  si uniscano per far rinascere il Pd e l’Italia

E’ auspicabile che le forze con una impronta culturale autonoma e non subalterna al liberismo e alla politica plebiscitaria e personalistica, come Cuperlo, Fassina ed altri, si uniscano per aggregare quelle forze , laiche e cattoliche, disponibili far rinascere il PD e l’Italia.
Rinascita che significa realizzare un partito autonomo, organizzato e unito nel pluralismo, non plebiscitario e né elettoralistico e correntizio, veramente degli iscritti e che rappresenti i valori del lavoro tutto, dei diritti civili e della responsabilità verso la natura. Al congresso occorre discutere e scegliere di fare un PD convinto del modello economico sociale di sviluppo sostenibile e sia parte attiva tra le forze antiliberiste, socialiste ed europeiste, impegnate a realizzare una nuova unità europea basata sul modello degli Stati uniti d’Europa, sul superamento del rigorismo delle destre, sull’economia verde e sul ruolo di pace nel Mediterraneo.

Il valore delle identità socialiste,ecologiste, cattolico sociali
Noi che nel pluralismo del PD siamo portatori delle identità socialiste, ecologiste, cattolico-sociali faremo la nostra parte per contribuire all’unità, alla compattezza identitaria e al rinnovamento culturale e generazionale combattendo per superare concezioni politiche personalistiche e plebiscitarie da cui nascono le correnti e che restringono la partecipazione libera e autonoma alla politica degli iscritti e di chi ci è vicino.
Serve decidere di passare dall’attuale bailamme di federazione di correnti ad un partito, un partito-società, radicato e aperto nei luoghi di lavoro e di studio, nei territori, tra i ceti medi, i giovani e le donne. Presente nella rete e con un proprio sistema informativo di cui non è secondario il ruolo e la forza de L’Unità e di Europa e che andrebbero diversificati. L’analisi del voto ci dice che proprio i ceti sociali del lavoro, i giovani e le donne  non si sentono rappresentati dal PD se non dopo il PdL e il M5S.  Cosa inaudita per un partito popolare di sinistra. Ciò è spiegabile  sia con l’aver svolto una politica moderata e cedevole alle forze centriste, sia per un appannamento dell’identità ideale e sociale.  Serve un partito che abbia dei “padroni” effettivi e questi sono i democratici tutti, gli iscritti, che debbono essere messi nelle condizioni di discutere, fare politica e di sceglie i propri dirigenti, che selezionano le proprie forze di governo sulla base dell’esperienza, della specchiata moralità e della rappresentanza sociale. Le forze sono tante e disponibili ed è sbagliato dare o avere doppi incarichi.
Una svolta democratica  per creare  lavoro, per i giovani, le donne, il Sud
Rinnovare la nostra soggettività politica è essenziale per costruire una svolta democratica in Italia e per affrontare seriamente la recessione, creando lavoro per i giovani e le donne al sud e al nord, rilanciando con l’economia verde le politiche industriali, l’impresa e la manifattura, garantendo i diritti civili a tutte le persone, alle famiglie, alle coppie di fatto, ai giovani e agli anziani realizzando un civile stato sociale.
Queste sono alcune delle condizioni per affrontare l’attuale fase politica, che vede i democratici in una innaturale e momentanea alleanza di governo con le destre. Ma ciò non ci deve far smarrire la funzione di prospettare, realisticamente e nel breve periodo, un’alternativa al neoliberismo e alle destre del dopo Berlusconi.

da dazebao.it


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