Paura, coraggio, politica

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“Non abbiate pura”: in un periodo in cui la paura è diventato lo strumento della politica più chiusa e della regressione sociale del suo elettorato,
l’invito di Papa Francesco bussa a chi è barricato nei pregiudizi. Perché la paura scatena risposte istintive di diffidenza e di violenza,
anti-comunitarie.
Chi ha paura non può farsi carico dei bisogni degli altri, perché gli altri fanno parte della grande minaccia che vede incombere su di sé. Chi ha paura non riesce a concepire soluzioni politiche “plurali” a problemi complessi, perché nel panico tutto si appiattisce all’emergenza di risposte singole ed immediate. La condivisione, quindi, è l’opposto della paura. Ci vuole coraggio per essere aperti agli altri, come l’ “imprudente” Papa che s’infila nell’abbraccio della folla. Ma è l’unico modo per essere “buoni politici”. Cioè per provocare cambiamenti, insieme e per tutti.


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