Eternit

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La condanna di Shimidheiny per la peste dell’eternit rimanda ad un articolo della Costituzione, che il governo Berlusconi fu tentato di   “modernizzare”, sostituendolo con  la formula più orecchiabile che all’azienda “è permesso tutto quello che non è vietato”. Per fortuna l’art. 41  è ancora vivo.
E dice che l’iniziativa economica privata è libera, ma poi aggiunge: “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

Qui, come all’Illva, la magistratura ha deciso  dove la politica ha esitato.
Non è protagonismo invadente delle toghe, ma la preziosa sussidiarietà minima della legalità.

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