Giustizia. Radicali presentano 5 referendum su magistrati

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Cancellazione del filtro di ammissibilità nelle richieste di risarcimento per responsabilità civile dei magistrati; separazione delle carriere; eliminazione della custodia cautelare per il rischio di reiterazione nel caso di reati non gravi; misure restrittive per il lavoro dei magistrati fuori ruolo; abolizione dell’ergastolo. Sono questi i cinque quesiti referendari proposti dai radicali che con Marco Pannella si sono recati stamane nella sede della Cassazione per depositarli. Ci sono ora tre mesi di tempo per raccogliere le 500.000 firme necessarie a sostenerli. “La nostra battaglia – ha detto Pannella ai giornalisti – serve a fare della giustizia un luogo di vita e non di putrefazione dei diritti e dei principi vitali della democrazia. In particolare la Roma dei comandamenti della Chiesa dovrebbe essere in testa per questa battaglia. Temo però che i partiti politici non appoggeranno facilmente la nostra iniziativa perché continueranno a far solo finta di sostenerci come fanno da 20 anni”. Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, alcuni parlamentari ed ex parlamentari oggi iscritti ai radicali italiani come Alfonso Papa (ex Pdl), al quale la Camera concesse la custodia cautelare, e Luigi Compagna, senatore del Pdl. Sergio D’Elia, ex deputato e ora presidente di “Nessuno tocchi caino” si è augurato che con i referendum venga in particolare abolito l’ergastolo “che è una forma di uccisione della vita in base ad una concezione anacronistica della giustizia”. Per i radicali la pena massima dovrebbe essere di 30 anni.


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