Di mafie si continua a morire

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Più di un secolo fa Gaetano Mosca nel suo saggio scriveva “E’ strano notare come coloro che discorrono e scrivono di mafia raramente abbiano un concetto preciso ed esatto della cosa, o delle cose, che colla mafia vogliono indicare” … (cfr. Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia Castelvecchi Rx /Lit edizioni. Dopo averlo letto nessuno potrà più dire “io non sapevo”) Dai “mali incurabili” (tisi/polmonite/difterite ecc. del secolo scorso, cancro e aids del contemporaneo) oggi è dimostrato che se ne può uscire grazie alla curabilità scoperta scientificamente giorno dopo giorno.

Dalle mafie, “male incurabile”, oggi è dimostrato che la curabilità non c’è ancora. Stiamo messi come ai tempi di Gaetano Mosca. Le navi e le carovane, le fiaccolate, le marce, le maratone nelle scuole, i giornalisti e gli scrittori contro mafia (tra ammazzati e sopravvissuti), ma soprattutto i martiri trucidati dalle mafie, per quanto tutti magnificamente coraggiosi, ancora evidentemente non bastano per debellarne la virulenza.

E pensare di istituire una qualche specie d’agenzia istituzionale (tipo l’AIFA per il farmaco, tanto per capirci) che determini, stabilisca, imponga le precise condizioni per immettere vaccini/antidoti sul territorio nazionale al fine di debellare l’incurabile virus e tossicità mafiosi? Potrebbe essere cosa. Sarebbe sì, ma prima sarebbe indispensabile che le istituzioni dello Stato ci dimostrassero che non hanno più in corso alcuna trattativa con il virus e i veleni.  Al momento lo Stato non solo non è in grado di dimostrarlo, ma si comporta come se di quella trattativa fa ancora parte con (prepotente) impossibilità a tirarsene fuori…


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