Convenzione da Tiffany

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Il gioco di Berlusconi è noto fin dal 2006.
Manomettere la Costituzione dicendo di volerla cambiare.
Ora poi, c’è la parola nuova, luccicante come un gioiello di Tiffany:  Convenzione
Ma dietro ai suoi bagliori c’è il perverso meccanismo di ulteriore spoglio dei poteri del Parlamento, unica istituzione prevista dalla Costituzione per modificare se stessa.
Un Parlamento che può delegare il proprio ruolo  non alla restrizione di una Convenzione, ma solo all’estensione del referendum, quando la modifica non sia sufficientemente condivisa.

Insomma, se non si fosse capito, i partiti che vogliono la Convenzione stanno riducendo la sovranità popolare.
E’ questo il punto critico di questo perverso tentativo, che si cerca di nascondere spostando l’attenzione su chi debba presiederla.

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