Una chiacchiera ci seppellirà

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21 ministri + 1 presidente, fanno 22. Più ministri ci stanno e più aumentano esponenzialmente i vice, i sottosegretari e ciò che segue quanto a staff di governo. E’ cosa che può raggiungere un centinaio di persone. Possiamo giustificare l’esagerazione pur di riuscire nel tentativo d’accontentare tutti i “larghi intesi”? Possiamo pure! Ma solo a patto che i tutti intendano molto bene ciò che intende il popolo sovrano, vale a dire: ora che siete contenti tutti, mettetevi subito al lavoro per noi e con noi nel migliore dei modi e, soprattutto, poche chiacchiere!

Le chiacchiere, purtroppo, hanno invece preso il sopravvento appena pochi minuti dopo che i ministri avevano giurato nell’interesse esclusivo della Nazione e, per di più, in circostanza ove si dovrebbe giusto chinare il capo, tacendo. Man mano che le ore scorrevano le chiacchiere addirittura assumevano toni da pettegolezzo più sgradevole: millanteria, ipocrisia, arroganza, piccineria…

Grazie alla (nostra) presidente della Camera che appartiene per DNA alla gente di buona volontà, siamo riusciti a mantenere un minimo di “lucidità”…
Lei s’è mai allargata, né tampoco goduto per scopi personali, con le chiacchiere: in ogni caso, il suo lavorare continuamente non gliel’avrebbe permesso. E’ “quel lavorare” cui si faceva riferimento su. Oggi è lei l’istituzione che meglio ha saputo rispondere perché lei non ha fatto chiacchiere, ha solo scagliato una parola: disperazione. C’è bisogno di raccoglierla e di capire che vuole dire! In questo consiste l’opera prima di governo, ma c’è da lavorare moltissimo: per pietà, chi non ci sta si levi ora!


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