In hoc signo vinces

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di Nadia Redoglia
Italia: Muos, F-35, U-212?  Mali: tempora currunt…
Apperò! Nell’arco di 24 ore dalla nostra riflessione con cui sommessamente ci limitavano a chiedere che c’aveva da dire il nostrano Prodi sulla repentina presa di posizione parigina, ci sono giunti titoli spiccati nelle prime pagine di tutte le testate nazionali che  pressappoco riferivano: “Mali, via libera UE” e (dunque) “l’Italia darà il suo contributo”. Nell’arco di 48 ore sono però poi finiti nelle ultime pagine: manco il tempo di farci realizzare che, dunque, quanto prima  Kabul ed Herat cambieranno in Bamako e Diabaly, ma in compenso sapremo finalmente dove sta Timbuctù, da sempre adoperata internazionalmente a mo’ della nostra casereccia Canicattì!

Che anche solo la metà dei recenti miliardi spesi per gli armamenti italiani potesse coprire ampiamente il frutto della devastante crisi in cui versa il Paese, già lo sapevamo. Ancora, però, non eravamo riusciti a capire la fregola per cui si voleva realizzare così velocemente il “movente”.
Mo’ che sappiamo che tutti quei miliardi servono per proteggere il Mediterraneo dai feroci Saladini, i nostri disoccupati, licenziati, esodati, superstiti disperati da tagli su primari bisogni sociali che non sanno più a che santo sepolcro e sacro graal  votarsi per curare, istruire, proteggere, con questo segnale saranno senza dubbio più sereni, come lo fu Costantino ( il Grande o il Tronista in quest’epoca di uomini e donne fa uguale).


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