Sallusti: tra “relitto e castigo” e “peter pan…per focaccia”

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di Nadia Redoglia
Il transatlantico Montecitorio (relitto che a differenza del Concordia, ancora galleggia) abiurò il castigo da reclusione per gli “ufficiali” del giornalismo, siano o non siano stati essi asserviti a manovre e inchini. La flotta del Senato l’ha riproposto (pare all’arrembaggio): carcere fino a un anno, salvando la conferma di  multacce da un minimo di  5mila al massimo di 50mila euro.

E’ pur possibile che ‘sta legge (del taglione) così non passerà, ma nel frattempo non è chi non veda il macroscopico  intento, da parte di ‘sti pirati da XX/XXI secolo,  d’affondare tutti i giornalisti determinati a riprendersi (con inchieste, intercettazioni giudiziarie, riprese video, indagini d’archivio  ecc.)  i  tesori depredati dalla pirateria.  .

‘Sti Capitan Uncino sui generis, dunque, stanno dimostrando d’essere disposti a sacrificare perfino una loro “Spugna”, tra  principali protagonisti della loro ciurma, pur di non essere spo(de)stati dalla conquista dell’isola da loro spacciata per “quella che non c’è”.
Giusto un avvertimento: quell’isola lì c’è sempre stata, nonostante quei pirati si siano sempre arrogati il potere (a volte perverso) di rivendicare un’ isola che non c’è!

E’ giunto il tempo di farcene una ragione!


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