Napolitano parla, i Tg non spiegano

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I Tg di giovedì 21 giugno – Usare la  matita rossa e la matita blu non ci piace affatto, ma quando siamo costretti a riscontrare che su notizie e fatti certamente rilevanti la maggior parte dei Tg svolge un “compitino” che nulla ha a che vedere con l’obbiettivo di spiegare i fatti di cui sopra, i giudizi negativi si impongono. Ma partiamo dalle “distrazioni”: in un Paese che da una quindicina d’anni viene nutrito da incessanti serie televisive a base di carabinieri e poliziotti, è facile che i Tg si “distraggano”, dimenticando la sentenza della Cassazione  che conferma le pur miti condanne per il caso Aldrovandi: solo Tg3 se ne occupa, e ci pare un’indecenza. Ieri poi, avevamo notato come la vicenda Lusi al Senato sia stata data da tutti, senza che gli ascoltatori ne abbiano ricavato alcunché. Questa sera la vicenda, che forse è giusto e trasparente definire Il Fatto Quotidiano – Quirinale, è apertura per quasi tutti, ma potremmo scommettere sul fatto che nessun teleutente, con l’eccezione di chi ha visto Tg La 7, abbia capito l’oggetto del contendere. Mentana si prende le sue responsabilità e definisce la vicenda una brutta pagina di giornalismo.

Discorso diverso per l’affaire Pomigliano, con la sentenza che obbliga la Fiat ad assumere 145 operai con tessera Fiom e a un indennizzo per 19 di essi per avere discriminato sull’appartenenza sindacale i dipendenti dello stabilimento in crisi. Che il clima sia cambiato e che Marchionne non possa più contare su ministri di sicura fede come Sacconi  è dimostrato dalle dichiarazioni di Passera e dai giudizi negativi sul Lingotto che emergono dai servizi. Insomma, le fiat non le compra (purtroppo) più nessuno, e la Fiat  non la difende più nessuno, a parte qualche sindacalista “nostalgico” degli accordi separati in casa Cisl e Uil.

Nel commento siano tornati a parlare di Rai e di governance, ospitando le riflessioni di Tana De Zulueta che lunedì prossimo parteciperà all’ iniziativa di  Move-on Italia per costruire le nuove fondamenta del servizio pubblico del futuro.

Segnaliamo infine una proposta del Tg 2  – che da oggi ha cambiato sigla – che a termine edizione mostra un servizio shock sugli effetti dell’alcool per chi guida provocando devastanti incidenti: immagini crude che, forse, è bene vedere ogni tanto, e che devono far riflettere automobilisti e legislatore.

Lorenzo Coletta

 

Il Commento di Tana De Zulueta, ex parlamentare ed esperta di comunicazione
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Tana De Zulueta, gli eventi degli ultimi giorni, la vicenda associazioni della società civile e Cda della Rai, sono un segnale da molti ritenuto positivo, ma da tutti ritenuto non sufficiente. Quindi, non ci si deve fermare e proseguire verso una Rai in mano ai cittadini, prefigurando quello che accadrà nella prossima legislatura per la riforma della governance. Lei è stata autrice di un Progetto di Legge nella precedente legislatura apprezzato da moltissimi. Quali sono i punti su cui da subito bisogna cominciare a ragionare per una vera riforma della Rai? Per esempio il superamento dell’azionista pubblico- Ministero dell’Economia è un punto qualificante?

“Sì, questo è il primo punto. Noi ne abbiamo identificati cinque. Primo, il superamento dell’anomalia che vede, giustappunto, l’azionista pubblico nel Ministero dell’Economia; e mio compiaccio della presa di posizione anche della FNSI che va in questo senso. Il secondo punto, anche questo importante, è il superamento della Commissione Parlamentare di Vigilanza. Io credo che bisogna sottolineare  che questo è in sé un’anomalia: una  Commissione che svolge in Italia un ruolo che è quello di vigilare, ossia controllare la stampa, la televisione, i media, mentre l’idea dovrebbe essere esattamente l’opposto, cioè dovrebbero essere i giornalisti a controllare il Parlamento. Quest’anomalia immaginiamo di superarla con il punto 2, anch’esso qualificante, che vede la Commissione sostituita da un nuovo organo, un Consiglio per l’organizzazione degli audiovisivi, come l’abbiamo chiamato. La cosa importante è che i cittadini contribuiscono alla formazione di questo Consiglio nazionale eleggendone cinque membri; i rimanenti membri sarebbero indicati da quelli che la televisione la fanno. Ciò darebbe la maggioranza di questo organo alla società civile, con la partecipazione qualificata anche di rappresentanti delle formazioni politiche.”

E’ soddisfatta della vicenda legata ai nomi che sono stati espressi dalle associazioni della società civile, cioè Colombo e Tobagi?

“Io sono molto contenta che si sia riuscito a rispondere alla richiesta. Due nomi sono usciti, è questo è un segnale di forza, e non era scontato. La cosa più importante del gesto del Pd è il riconoscimento del principio del primato della società civile, la qual cosa lo rende propedeutico alla riforma che verrà, quella vera.”

 

Dati Auditel di mercoledì 20 giugno 2012

Tg1 – ore 13:30 3.243.000, 19,28% ore 20:00 3.920.000, 21,07%
Tg2 – ore 13:00 3.133.000, 20,29% ore 20:30 1.949.000, 9.29
Tg3 – ore 14:00 1.608.000, 11,24% ore 19:00 1.672.000, 13,46%
Tg5 – ore 13:00 2.787.000, 17,86% ore 20:00 3.187.000, 17,03%
Studio Aperto – ore 12:25 2.337.000, 18,61% ore 18:30 775.000, 6,43%
Tg4 – ore 11:30 488.000, 7,45% ore 19:00 791.000, 6,35%.
Tg La7 – ore 13:30 621.000, 3,69% ore 20:00 1.593.000, 8,42%

Fonte: www.tvblog.it


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