Placido Rizzotto: quando nei Tg la cronaca diventa storia condivisa

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I Tg di giovedì 24 maggio – Tanta merce sugli scaffali dei Tg di prima serata; quelli Rai e TG La 7 scelgono l’apertura Monti-eurobond, mentre Tg 4 e Tg 5 prediligono l’esordio – critico verso il governo – di Squinzi  in veste di capo della Confindustria. La bella pagina di storia e di politica relativa ai funerali di Stato a Corleone per Placido Rizzotto  – a 64 anni dall’omicidio mafioso – è ben rappresentata dai Tg Rai e da La 7, anche se non assente per le testate Mediaset.

La palude della politica, solo in parte bonificata dal sì della Camera al dimezzamento del finanziamento ai partiti, è titolo per TG La 7 e Tg 3, mentre l’ultima querelle governo- sindacati innestata dalle dichiarazioni della Ministra Fornero  sugli statali “licenziabili” , è nell’apertura di Tg 2 e nei titoli di Tg 5 e Tg La 7.

Le testate Mediaset, come Qui, Quo e Qua, si “appropriano” del rap di Ferrara che sta spopolando sul web, con l’invito per Berlusconi a tenersi ben stretto Monti. Per sovramercato,  l’Elefantino è ospite in diretta su Tg 4.

La terra emiliana che non smette di tremare è servizio per tutti; segnaliamo delle belle interviste dalle tendopoli su Tg 3.

L’abbandono forzato di Gotti-Tedeschi al vertice dello Ior è presente ampiamente nelle edizioni delle ore 20, ma nessuno ha il tempo per approfondire ed illuminare le non più tanto segrete stanze del Vaticano.

Tg 4 non resiste alla tentazione di cavalcare  la “campagnetta”  di Libero contro l’Onorevole Finocchiaro,“rea” di essersi fatta accompagnare dallo scorta a fare spese ma, soprattutto, di aver fatto portare un carrello da uno dei suoi angeli custodi. Che ignominia!

Insomma, una serata di ordinari Tg, senza picchi e particolari forzature, forse perché la politica non l’ha fatta da padrona. Nel commento abbiamo sentito,  con grande piacere, il Professor Giorgio Simonelli che insegna giornalismo radiofonico e televisivo alla Cattolica di Milano , e che è curatore di uno studio sui Tg nel nostro Paese, uscito in questi giorni, piuttosto scevro di valutazioni positive ed apprezzamenti.  Il titolo è “Speciale Tg. La messa è finita”.  Per noi che da tre anni li guardiamo tutti e quasi tutti i giorni, è stata una bella soddisfazione scoprire che non siamo soli nell’Universo.

Luca Fargione

 

 

Il Commento di Giorgio Simonelli, Professore associato di Giornalismo radiofonico e televisivo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
(Intervista di Alberto Baldazzi)

 

Professor Simonelli, se Sparta piange Atene non ride. Se la politica è in default, anche l’informazione, soprattutto al livello dei Tg impastati  dalle scorie dei partiti e delle lottizzazioni, porta dati negativi. Soprattutto i “gemellini” dell’etere – Tg1 e Tg5 – ormai non fanno altro che a gara per i sorpassi in discesa…

 “Per i “gemellini” credo che il motivo principale sia una cattiva gestione dei Tg che, fino a non molto tempo fa, avevano risultati ragguardevoli, ma che poi si sono decisamente appiattiti – per usare un termine eufemistico- e sono diventati telegiornali molto prevedibili. Quindi, tenendo conto che il pubblico è già molto informato, perché il contesto è quello di un’ ipertrofia dell’informazione, un pubblico già formato da altri media avrà bisogno di Tg molto più originali per continuare il rito della cena con il telegiornale. Così, Tg generalisti molto piatti, con l’assenza di figure giornalistiche di spicco, inevitabilmente perdono non solo credibilità, ma anche appeal.”

Che sia politica o anti politica, la novità del panorama è quella di Grillo. L’equivalente per l’informazione televisiva – che, ricordiamo, raggiunge il 75% degli italiani e in qualche misura ne forma, o ne deforma, la rappresentazione della società – è un soggetto abbastanza “strano”. Paradossalmente l’entrata in campo di Tg La7, con i grandi successi fino al novembre del 2011 ora fortemente ridimensionati, rappresenta un ancoraggio ancora più ferreo al mondo della politica, anche se svolto con grande professionalità…

“Il corrispondente di Grillo nei telegiornali, almeno secondo alcuni, è Striscia la Notizia. Anzi, è Grillo che è riprende  Striscia la Notizia, nel senso che gli atteggiamenti di Grillo, sempre secondo alcuni, hanno la stessa matrice del programma di Ricci. Potrei anche dire che c’è un po’ di “Blob”, per restare ai modelli televisivi. Quanto a Mentana, sicuramente ha rappresentato una novità nel modello di enunciazione e nella conduzione. E’ tornato un tg molto interpretativo che non vedevamo più, forse, dai tempi del Tg3 di Curzi. Poi, finito un certo clima politico e finita anche la novità, questo Tg La7 si è attestato su risultati inferiori ai primi mesi, rimanendo però sempre a livelli ragguardevoli”.

Ha toccato il 14% di share, adesso è intorno al 9% medio…

“E’ sempre un bel risultato, ma soprattutto – paradossalmente – questo, che è il tg con un modello più vecchio, appare il più originale, quello che si distacca di più nel modello di conduzione, nello stile dei servizi, da quelli che sono stati i Tg prevalenti nelle ultime stagioni.”

Professore, cosa dire della nostra collettiva “vedovanza” rispetto al Tg4 di Emilio Fede? Ormai sono 2 mesi che non abbiamo questo “rito quotidiano” abbastanza ripetitivo del Fede-pensiero alle 18 e 55. Cosa le sembra del nuovo Tg4?

“Se volessimo scherzare diremmo che ci manca Emilio Fede, ci mancano tutte le sue esibizioni, ci mancano le sue informazioni sull’influenza, sul raffreddore da fieno, sul tempo e le sue gags con la redazione. Sicuramente adesso il Tg4 è finalmente un tg che tratta correttamente le notizie. Però bisogna anche dire che, a differenza di quanto è accaduto con il Tg La7, non è andato a proporre un nuovo modello, qualcosa di originale e di diverso. E’ un tg che per ora non ha trovato una sua identità, è un tg “supplente”. Ecco, mi sembra che ci sia la supplenza di un vuoto che si è venuto a creare improvvisamente, che però non ha maturato ancora una sua linea e una sua identità.”

I titolo del suo lavoro à “La messa è finita”. Queste parole riportano in auge non solo la liturgia cattolica, ma anche il titolo di un bellissimo film di Moretti che rimanda ad una lettura sicuramente preoccupata del sistema dell’informazione pubblica e privata. A suo giudizio, quale conoscitore ed analizzatore complessivo dei media, quanto sarebbe importante avere un’informazione fresca, vivace, non paludata, senza padroni per la rinascita e la ricostruzione del Paese?

“Sarebbe fondamentale avere un’informazione attenta, vivace, che non ripete lo stesso modello per 10 reti diverse. Fondamentale, poi, sarebbe avere un’informazione divisa per punti di vista, un’informazione che privilegi magari la cultura come chiave di lettura; un’informazione che privilegi l’economia, un’altra che privilegi gli esteri. Bisognerebbe  avere dei Tg regionali – o macro regionali- che non si limitino a raccontare le storielle del territorio, ma raccontino il mondo dal punto di vista di quel territorio. Sarebbe bello tutto questo, e ci porterebbe ad avere un Paese davvero informato, che partecipa alla vita democratica, e che non si accontenta di alcuni riti che, come dicevano all’inizio, diventano oltretutto liturgie sempre più vuote e stanche, delle messe a cui non si “va” più, o a cui, se si partecipa,  lo si fa distrattamente. Non si vede l’ora che finiscano e non si crede neanche più tanto a quello che viene proposto e raccontato”.

 

Dati Auditel di mercoledì 23 maggio 2012

Tg1  – ore 13:30 3.891.000 – 21.64% – ore 20:00 5.380.000 – 23.51%.
Tg2 – ore 13:00 3.027.000 – 19.07% ore 20:30 2.427.000 – 9.43% .
Tg3 – ore 14:30  1.910.000 – 11.42% ore 19:00  2.014.000- 13.35%.
Tg5 – ore 13:00 -3.522.000 – 21.89% ore 20:00 4.190.000 – 18.26%.
Studio Aperto – ore 12:25 – 2.415.000 – 18.77% ore 18:30 – 992.000 – 8.64%.
Tg4 – ore 11:30 – 639.000 –  9.50% ore 19:00 – 1.145.000 – 7.44%.
Tg La7 – ore 13:30 – 794.000 – 4.40% ore 20:00 – 2.072.000 – 8.88%

Fonte: www.tvblog.it


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