Ratzinger: parla Hans Kueng

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Questa sintesi dell’intervista concessami da Hans Kueng (non trovando i puntini della dieresi sulla tasiera il suo cognome andrebbe scritto così, con il dittongo “ue”) è stata trasmessa dal Gr3.

Hans Kung e Joseph Ratzinger sono stati insieme al Concilio Vaticano II, li chiamavano i ragazzi terribili del Concilio, poi hanno insegnato insieme a Tubinga. La storia poi li ha divisi, vedendoli su posizioni sempre più diverse. Ma quando Ratzinger è diventato papa ha voluto ricevere tra i primi proprio il vecchio amico-rivale.

Hans Kung risponde volentieri alla richiesta di un colloquio telefonico sulle dimissioni di papa Benedetto XVI, e dal suo studio di Tubinga parla a partire, ovviamente, dalla più ovvia delle domande: con che stato d’animo ha appreso la notizia della rinuncia di papa Benedetto XVI?

“L’ho appresa con sorpresa, ma una sorpresa contenuta, perché io ho sempre stimato Joseph Ratzinger, in cuor mio ho sempre pensato che lui sarebbe stato in grado di fare questo grande gesto, di dire che quando non si è capaci di assolvere a un compito bisogna ritirarsi. Provo per lui una grande ammirazione, ammirazione per un gesto di grande coraggio.

Non è più possibile governare una chiesa di un miliardo e passa di persona come si governava nel Medio Evo o nello stesso XIX secolo. E sarebbe bene che i papi del futuro seguano l’esempio coraggioso di Benedetto XVI e non quello di Giovanni Paolo II.

Il papa che doveva ricucire con i tradizionalisti ha rotto la tradizione…

Non è una rottura totale, sappiamo del precedente di Celestino V, ma indubbiamente c’è una rottura…”

E ora?

Ora io spero che questo Conclave sia un Conclave di riflessione sui gravi problemi della Chiesa. A partire ovviamente dal problema della sua struttura, ancora troppo autoritaria, verticista. I cardinali farebbe bene a mio avviso a riflettere sulla necessità della collegialità, come previsto dal Concilio Vaticano II.

Poi c’è il problema della donna e del sesso. Occorre riflettere sui temi della sessualità, superando finalmente quanto scritto nell’enciclica Humanae Vitae, e il problema del ruolo della donna nella Chiesa. Non è più possibile che la Chiesa consideri la donna come un essere secondario.


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