Opinioni
Opinioni
L’ombra di un nuovo governo Draghi
Sempre migranti. Dal sud del mondo, ma anche dalla Sicilia
Non c’è pace senza conversione economica
I senatori a vita saranno aboliti dalla modifica costituzionale che sta intrugliando la destra
Militanza esistenziale. In ricordo di Angelo Pizzuto
È morto Thomas Gazit, Testimone dell’Olocausto; Novara e Vercelli gli dedichino una via
Il pungolo
Dovrebbero multare la Meloni…
Meloni. “Sopire, troncare”
Lagarde: L’inno mafiascista della BCE
In Italia si è arrivati a 5,6 milioni di poveri
Non siamo tutte Giorgia Meloni
C’è il rischio che si arrivi a una vera e propria catastrofe umanitaria
Israele guerra infinita. “Due popoli due Stati”
Gaza. La bomba sull’ospedale di Gaza è più grave del massacro di hamas del 7 ottobre
Multe ai medici che hanno fatto troppi straordinari durante la pandemia
La Palestina ha il diritto di esistere
Se la Polonia prova a voltare pagina
Bisogna stare attenti anche a scambiare Tusk per un progressista: non lo è per nulla. E guai a pensare che siamo tornati ai tempi di Solidarność e delle speranze che, nel bene e nel male, seppe accendere nella popolazione. Il pensiero progressista è ben lontano dal tornare al potere in Polonia. Diciamo che l’alta partecipazione democratica, oltre il 72 per cento, un dato confortante, specie se comparato alla diserzione cui assistiamo ormai in Italia, e la voglia di cambiamento e di riscatto delle nuove generazioni hanno fatto la differenza, regalandoci una prospettiva meno sconfortante e la possibilità di credere ancora in un sistema fragile e appannato, sempre più ostaggio di spinte distruttive e in preda a una disillusione collettiva che, non di rado, si trasforma in sconforto e desiderio di minare alle fondamenta la nostra casa comune.
