70° anniversario Fnsi: Siddi, “Oggi il dovere è quello di non lasciare in solitudine i giornalisti in difficoltà”

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“ Il 26 luglio del 1943 è una data fondativa, la seconda della sua storia, per l’autonomia e l’unità, nel pluralismo, del Sindacato dei Giornalisti Italiani, la Federazione Nazionale della Stampa che era stata costituita 45 anni prima nel 1908. Alle nove di quella giornata di 70 anni fa, a Roma, infatti 25 giornalisti ricostituirono formalmente la Fnsi libera e unitaria dopo 18 anni di interruzione della sua attività decretata dal regime fascista. Fu la prima associazione di cittadini e lavoratori a rinascere solo poche ore dopo la caduta di Mussolini. Un atto che oggi è molto più di un simbolo per una ricorrenza celebrativa. È un segno distintivo permanente di un’organizzazione che non ha mai perso il suo carattere centrale di presidio della professione giornalistica come essenza delle libertà democratiche e civili, attraverso l’impegno per la libertà di stampa”.

Così il Segretario della Fnsi, Franco Siddi, ha introdotto la seduta straordinaria della Giunta esecutiva e della consulta della Associazioni di Stampa dedicata oggi alla celebrazione del 70°  anniversario della rinascita del Sindacato dei Giornalisti a “liberi e democratici ordinamenti”, come ben ricorda nella sua nota storica lo studioso e attuale direttore della Federstampa, Giancarlo Tartaglia. (vedasi nota specifica).

“Il ricordo dell’azione di violenta soppressione delle Associazioni Regionali di Stampa e della Fnsi voluta nel 1926 dal fascismo, la costituzione all’estero, in Francia dell’Unione dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola”, negli anni delle epurazioni e degli oppositori costretti all’esilio, è l’anima di un’opera per la libertà e la tutela morale dei giornalisti  che non si era comunque mai spenta e sulla quale – ha ripreso il Segretario della Fnsi- con naturale sollecitudine, il 26 luglio del 1943 poté rinascere subito la Fnsi.  Uomini e giornalisti di grandi principi e valori, provati da dure conseguenze anche familiari per le violenze del regime – da Leonardo Azzarita a Tommaso Monicelli, Alberto Bergamini, un giovane Giorgio Amendola (che perse il padre Giovanni, ucciso per le bastonate degli squadristi) appena appresa la notizia della caduta di Mussolini furono artefici di un atto ricostitutivo fondamentale anche per i successivi passaggi di costruzione dell’ordinamento democratico del Paese.

L’obiettivo centrale della libertà di stampa e della promozione di un lavoro professionale tutelato con il contratto collettivo e con gli istituti specifici di garanzia come la previdenza autonoma del settore (e più tardi l’Ordine professionale e ancora negli anni a venire la Casagit e il Fondo Pensione Complementare) rimangono i cardini di una   storia sociale, sindacale e organizzativa vissuta al presente con un rinnovo di passione civile che trae energia da una storia grande, sofferta e da inarrivabili testimonianze.

Oggi il dovere – ha concluso Siddi – è quello di non lasciare in solitudine i giornalisti in difficoltà di promuovere solidarietà nell’identità professionale, di non arrendersi mai alle incursioni e alle invadenze improprie contro l’esercizio della libera stampa”.

L’omaggio del Presidente del Senato, Pietro Grasso (vedasi altro comunicato odierno), le parole del Presidente della Fnsi, Giovanni Rossi a sottolineare il “rapporto profondo dei giornalisti con la propria organizzazione sindacale” sono il sigillo di una giornata vitale per la Fnsi nella sua continuità storica”.


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