Alle ore 18.00 presso sede EMERGENCY di Venezia (Giudecca 212)
Inaugurazione TEMPI DI MEMORIA. RICORDARE LA STORIA PER COSTRUIRE LA PACE
Mostra di arte contemporanea nell’ambito della XVIII edizione di SEGRETE – TRACCE DI MEMORIA
A cura di EMERGENCY e Art Commission
Interverranno
Mara Rumiz, responsabile progetti sede di Venezia
Beppe Giulietti, fondatore associazione Articolo 21
Virginia Monteverde, ideatrice e curatrice di Segrete – Tracce di Memoria
Due luoghi tristemente simbolo della città di Trieste – la Risiera di San Sabba e il Silos – diventano punto di partenza e cuore concettuale della mostra “Tempi di Memoria – Ricordare la Storia per costruire la Pace”, che inaugura nell’ambito della XVIII edizione di Segrete – Tracce di Memoria. L’esposizione, promossa da EMERGENCY e Art Commission, propone un dialogo tra passato e presente, invitando il pubblico a interrogarsi sulla responsabilità collettiva di custodire la Memoria e trasformarla in azione di pace.
La mostra presenta due installazioni visive e un’installazione acustica di forte impatto civile:
– Tempi di Memoria di Francesco Candeloro, trasporta nello spazio espositivo la sagoma della Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia. La sua presenza luminosa è un richiamo alla necessità di mantenere viva la Memoria nel tempo, creando un dialogo silenzioso tra passato e presente, tra ciò che è stato e ciò che rimane nella memoria collettiva.
– Invisibili, installazione fotografica di Barbara Zanon, racconta la condizione dei migranti della Rotta Balcanica, costretti – fino allo sgombero recente – a ripararsi nel Silos, edificio degradato e privo di servizi essenziali. Le fotografie rendono visibili esistenze sospese, mostrando come il mancato riconoscimento di accoglienza, protezione e cura rappresenti oggi una silenziosa violazione di diritti fondamentali.
– Maltamé, brano di Michele Gazich, tratto dall’album Temuto come grido, atteso come canto (FonoBisanzio, IRD 2018). Maltamé, scritta con parole e musica di Michele Gazich, è scritta nella parlata degli ebrei di Venezia, lingua oggi non più utilizzata se non dai pochissimi che ancora ne pronunciano gli ultimi residui. La lingua era un affascinante miscuglio di parole di matrice ebraica, provenienti da varie tradizioni, e di veneziano. La canzone si configura come un omaggio a questa parlata, a cui le deportazioni verso i campi di sterminio tedeschi infersero una terribile ferita. Racconta Gazich: “Ho scelto di fare memoria coinvolgendo attivamente anche il significante, le parole, che divengono mattoni di memoria per costruire una canzone-casa di memoria”.
La mostra costruisce un ponte fra ciò che è stato e ciò che accade ancora oggi, suggerendo che la Storia non è un capitolo chiuso ma una responsabilità in continuo divenire. Le opere di Candeloro e Zanon ricordano che la dignità umana è un diritto universale e che la pace non nasce dall’oblìo, ma dalla capacità di vedere, comprendere e agire.
La mostra invita il pubblico a un percorso di consapevolezza: ricordare la Storia per non ripeterne gli errori, guardare il presente senza distogliere lo sguardo e riconoscere il valore irrinunciabile della vita umana.
La mostra sarà aperta dal 12 dicembre 2025 fino al 28 febbraio 2026, dal mercoledì al sabato, dalle ore 12.00 alle ore 18.00. L’accesso è libero.
Questo evento fa parte del Programma ufficiale del Comune di Venezia per il Giorno della Memoria 2026.
