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Liliana Rampello: Sei romanzi perfetti. Su Jane Austen, 2014 e Un anno con Jane Austen, 2025

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Il prossimo 16 dicembre ricorre il duecentocinquantesimo anniversario della nascita di Jane Austen, la scrittrice britannica a cui per tutto l’anno giornali e riviste hanno dedicato un ricordo. Nonostante alcune spericolate operazioni editoriali e cinematografiche abbiano talvolta indotto a credere che si tratti di una scrittrice di romanzi rosa, è un’autrice molto letta che è stata apprezzata e studiata da grandi scrittori e scrittrici, come Virginia Woolf, che le dedica il saggio “Jane Austen”, in “ Voltando pagina. Saggi 1904 – 1941”. In passato è stato notato più volte, per esempio dal critico letterario statunitense Edmund Wilson, che in ogni libro di Jane Austen viene ripercorso il tema di Cenerentola. Ma se le categorie della fiaba possono sembrare adattarsi all’interpretazione delle opere di Austen, in realtà dalla fiaba al romanzo le cose si complicano ed entrano in gioco diverse variabili. Nel 2014 Liliana Rampello, curatrice della recente edizione di tutte le opere di Jane Austen nei Meridiani Mondadori, ha pubblicato Il saggio “Sei romanzi perfetti Su Jane Austen” Il Saggiatore, che propone una brillante, approfondita e nuova lettura dell’opera della scrittrice di Steventon, fornendoci ottime ragioni per continuare a leggerla. La ragione principale, ci avverte, consiste nel fatto che “i suoi romanzi non parlano di emancipazione (“rispetto al” e “dentro il” mondo degli uomini), ma di libertà femminile, agita sul << filo a piombo della ragione>>”. Fin dal primo capitolo Rampello ci consegna i tre piani su cui condurrà l’analisi di quelli che sono gli snodi centrali della struttura di ogni romanzo: personaggio, trama, spazio. Per la temporalità avverte che è lineare: “generalmente i pochi anni necessari a segnare la trasformazione di un’adolescente in ragazza da marito”. I tre piani sono così sintetizzati: la trasformazione di sé; il dialogo è azione, in romanzi che non procedono per avventure o colpi di scena, ma attraverso la conversazione e la geografia morale, in cui si disegnano e si trasformano le vicende, a partire da un ristretto spazio geografico in cui si svolgono.

In anni in cui in Europa si afferma il romanzo di formazione con il Wilhlem Meister di Goethe, Austen propone attraverso i suoi romanzi l’idea di formazione di una giovane donna, in termini diversi da quelli del protagonista maschile. L’idea di formazione, in quanto trasformazione della protagonista, è declinata sia in ogni singolo romanzo, sia nella parabola dell’intero ciclo di romanzi che vanno a costituire “una costellazione” in cui si torna, in forme diverse, sullo stesso tema. Se nelle opere di Austen c’è una dominante del tema sulla trama, non dobbiamo sottovalutare la capacità dell’autrice di “ordire una tela (…) intrecciando contemporaneamente fili principali e fili minori e procedendo dalla periferia al centro con moto meticoloso, serrato, fino ad animare tutta la tela, a conferirle una pulsazione veridica”. Se il giovane eroe di Goethe si muove in un mondo, nell’Europa tra Settecento e Ottocento che si va rapidamente trasformando in direzione della modernità, la protagonista di Austen non si muove nella Storia, ma in un quotidiano che deve tuttavia tenere conto della Storia, e soprattutto della “narrazione secolare che l ‘Altro ha costruito per lei”, in buona sostanza de “ l’ordine patriarcale che la parla”.

Una caratteristica famminile di questi romanzi di formazione è già il fatto che nelle prime pagine l’autrice parla sempre del denaro e della collocazione sociale dei personaggi, una realtà imprescindibile nell’Inghilterra di quei tempi. Con grande realismo Austen fa capire che la formazione delle ragazze passa non attraverso l’avventura, come per il giovane eroe, ma attraverso una presa di coscienza di come stare al mondo e nel proprio mondo in modo appropriato. Se spesso questo significa un matrimonio, la scrittrice non pone il matrimonio come destino sentimentale, anzi non risparmia spesso l’ ironia ai finali da favola delle sue storie. La formazione della protagonista consiste nell’imparare a distinguere tra le diverse forme dell’amore, di volere per sé la felicità di amare e essere amata. Tuttavia Austen, con intelligente coerenza, riesce a rappresentare le scelte femminili “sia nella forma della libertà che della necessità”; infatti se tutte le protagoniste scelgono il matrimonio in amore e libertà, non mancano personaggi minori per i quali la scelta avviene nella forma della necessità consapevole, poiché in quella società non si poteva ignorare senza conseguenze la misura del denaro e del rango.

Rampello non solo evidenzia le differenze tra il romanzo di formazione di Goethe e di Austen , ma si pone nella linea di interpretazione che con Franco Moretti individua “un filone femminile del romanzo di formazione (la linea Austen – Eliot, Charlotte Bronte: però solo in Inghilterra”). Moretti già suggerisce che “ quel genere, quel modello così ben individuato racconta due storie diverse, … perché il due non può essere confinato nel medesimo, semplicemente lo eccede”, è quindi possibile elaborare il canone con leggerezza, senza bisogno di inventarne un altro femminile, ma riconoscendo una peculiare linea di sviluppo del romanzo di formazione femminile.

I sei romanzi perfetti vengono analizzati uno ad uno privilegiando per ciascuno una chiave interpretativa, senza tuttavia escludere le altre. Ragione e sentimento, ad esempio, si apre con una dettagliata descrizione della situazione finanziaria della famiglia Dashwood e delle caratteristiche delle tre sorelle e della madre. E’ un romanzo ampio, articolato in tre parti e con un certo numero di personaggi. Il tema prevalente che emerge come necessità è quello della trasformazione, del cambiamento che entrambe le protagoniste, Elinor e Marienne, dovranno affrontare rispetto ai loro comportamenti, saggi dell’una e passionali dell’altra. Sì perché anche la saggia Elinor dovrà imparare che ciò che si governa con la ragione avrà bisogno di tempo e di spazio per poter essere assimilato dal corpo e dai sentimenti. Ma tutti i personaggi, che come fa notare Rampello spesso compaiono a coppie, dovranno compiere la loro parabola: i fidanzati, seduttori, le sventurate reali e le possibili. Ci sono invenzioni nei romanzi di Austen e, per esempio, in Ragione e sentimento c’è l’invenzione della passeggiata: Marianne, che vuole vivere come un’eroina romantica, ama passeggiare nella natura, ma ci sono anche le molte passeggiate di Elizabeth in “ Orgoglio e pregiudizio”, che colpiranno positivamente Darcy, e di Emma nel boschetto mentre aspetta di incontrare Knightley. Rampello , ricordando che room in inglese significa non solo stanza , ma anche spazio in cui il corpo insiste e consiste, suggerisce nelle passeggiate di Austen un’anticipazione della stanza tutta per sé di Virginia Woolf, ossia la ricerca per le donne di uno spazio personale per la riflessione.

Molteplici e originali sono le chiavi che Rampello ci fornisce per l’interpretazione dei sei romanzi che, ci suggerisce, si possono leggere in modi diversi sia come ciclo, ognuno “come momento di ricerca intermedia rispetto alla scoperta definitiva della chiave del romanzo di formazione femminile” oppure nella singola autonomia delle diverse storie in cui le protagoniste, ognuna con caratteristiche diverse, affrontano la propria trasformazione. Se le protagoniste, ma spesso anche i coprotagonisti devono operare una modificazione della propria condotta, Rampello, nell’analisi di ciascun romanzo, preme ora sul pedale della conversazione che è azione altre volte su quello della persuasione, della libertà interiore, dell’imparare a distinguere tra realtà e fantasticheria, nella necessità di compensare la propria intelligente arguzia con il buonsenso; non manca infine di tirare il filo della geografia reale e morale come chiave interpretativa.

Di Liliana Rampello ricordiamo anche che in questi giorni è uscito per Neri Pozza il volume “Un anno con Jane Austen”, 2025, che propone per ciascuno dei trecentosessantacinque giorni dell’anno un brano tratto dai sei capolavori della scrittrice, preceduto da una breve introduzione e tematizzato da una parola chiave che compare in alto a destra di ogni singola pagina. Come avverte l’autrice questo libro è un grande gioco e si può leggerlo iniziando da qualunque giorno “Con la leggerezza e il divertimento che lei (Austen) avrebbe di sicuro apprezzato. I giochi sono una cosa seria, ma l’intenzione profonda di questo anno, che si distende nei suoi trecentosessantacinque giorni, è di far venire il travolgente desiderio di leggere o rileggere Jane Austen in tutto il suo perfetto, luminoso, splendore”.


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