Lunedì scorso, Orvieto ha gridato la sua indignazione. Oltre 900 persone, nell’ambito dello sciopero generale proclamato da USB e dal sindacalismo di base, hanno riempito le strade del centro storico, invadendo il Palazzo del Comune e riversandosi nelle periferie, per chiedere al governo italiano di rompere ogni rapporto con Israele e di difendere la Global Sumud Flotilla. Le vie della città sono diventate un cantiere di giustizia, un grido collettivo contro l’indifferenza delle istituzioni e la loro complicità silenziosa.
La mobilitazione locale ha raggiunto livelli di partecipazione che non si vedevano da anni su questo territorio, replicando la dinamica che si è vista in tutta Italia: piazze gremite, infrastrutture bloccate, attività produttive fermate, lavoratori italiani e migranti che hanno incrociato le braccia insieme a studenti, artigiani e piccoli esercizi. Nonostante ciò, la stampa ha prontamente cercato di offuscare la portata del movimento, dividendo le manifestazioni tra “buoni” e “cattivi” e nascondendo il legittimo sentimento di rabbia di un popolo stanco di assistere, in mondovisione, ad anni di violenza brutale e sterminata perpetrata da Israele. Ma la rabbia popolare che abbiamo visto scendere in piazza è unanime e inarrestabile.
La notte scorsa, la Global Sumud Flotilla è stata attaccata da droni in acque internazionali, un nuovo episodio di aggressione che conferma l’urgenza di agire.
Dobbiamo mostrare sostegno incondizionato alla missione e intensificare la pressione sul governo affinché adotti azioni concrete in difesa delle navi e dei diritti del popolo palestinese.
Ogni azione, ogni voce, conta, come abbiamo avuto modo di vedere lunedì scorso. Uniamo le forze per interrompere la complicità delle nostre istituzioni e difendere la Global Sumud Flotilla e il suo tentativo di rompere il blocco criminale di Israele su Gaza.
*Per questo, chiediamo a tutti di partecipare a un presidio straordinario stasera alle 19:00 in Piazza Fracassini.*
