Francamente importa poco se la maggioranza degli israeliani nei sondaggi dice che vuole la fine dello sterminio a Gaza e gli ostaggi a casa. Importa anche meno che da 80 anni quello che fu l’occidente faccia accordi con Israele nel nome del fatto che sarebbe l’unica democrazia del medio oriente. Lo è stata, ma non lo è più.
Anche ieri 8 bambini deliberatamente uccisi mentre sono in fila per prendere un secchio d’acqua. Il comunicato del governo israeliano parla di “malfunzionamento tecnico” per questo assalto che doveva essere mirato a scovare un rifugio di terroristi. Ma come si fa? Come è possibile ascoltare ogni giorno oscenità e bugie simili che nascondono atti criminali? Quanti, ma quanti ancora ne devono morire perché il governo di Israele sia sazio di sangue?
Il dramma dei civili falcidiati dalle bombe mentre cercano di raggiungere i punti di distribuzione degli aiuti è ormai diventato una costante della tragedia nella Striscia. L’11 luglio l’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani denunciava la morte di almeno 798 persone dall’entrata in funzione della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), la controversa organizzazione voluta da Israele con l’aiuto di contractor privati americani. Amnesty International sta raccogliendo elementi per denunciarla per avere commesso «crimini di guerra». Organizzazioni umanitarie internazionali come Save the Children e Oxfam accusano i funzionari e le guardie armate della Ghf di violare le norme più elementari e di sparare senza motivo contro la folla. Israele replica che i suoi soldati reagiscono «contro elementi armati sospetti». Ma basta!
Noi, gente comune che si vergogna ogni ora che passa di più di un governo italiano che non solo continua a riconoscere quello israeliano, ma gli fornisce armi e coperture internazionali, noi proviamo ad aiutare le poche organizzazioni come Save the children, Emergency, medici senza frontiere, ma cosa altro possiamo fare? Iniziative in piazza ce ne sono state tante e ce ne saranno ancora tante. Ma questo non serve e fermare quel criminale di guerra perché nessun governo ha il coraggio di agire e men che meno ha il coraggio di denunciare il più grande massacro di giornalisti della storia, mentre i colleghi dei nostri paesi, che vorrebbero documentare lo sterminio in atto, vengono forzatamente tenuti lontani da Gaza.
Io rifiuto che venga definita democrazia un regime che si comporta in questo modo obbrobrioso, infame, immorale,indegno dell’essere umano. E vorrei che insieme, in tanti, organizzassimo un evento per Francesca Albanese, una donna che riesce ancora a farci ritrovare un po’ di dignità, nell’indegnità del silenzio di Giorgia Meloni, la complice del criminale di guerra Netanyahu, la liberatrice del torturatore libico Almarsi, quella che fa fermare gli studenti con la bandiera della Palestina.
