Secondo attacco ad una barca della Global Sumud Flotilla. Si parla di ‘’avvertimenti’’ israeliani, ma non ci sono prove precise. Il Governo tunisino smentisce e gli ostili alla Flotilla sono arrivati persino a ipotizzare l’auto-attentato propagandistico. Queste provocazioni mettono in evidenza la mancanza di una scorta, non militare ma mediatica.
Ci vuole una ‘’press-boat’’ indipendente piena di telecamere e giornalisti, che faccia sapere al mondo cosa succede alla Flotilla, in modo da inchiodare i responsabili di tutte le aggressioni agli attivisti. Intanto, continua la campagna ‘’Una vela per la Flotilla’’, con l’esposizione alle finestre di un panno bianco in segno di solidarietà. Chi conta sulla nostra indifferenza ha sbagliato i suoi calcoli: quei ”pazzi” non sono soli.
