Non tutti perseguitano e odiano i giornalisti in Italia. Anzi c’è un’Italia minore che li ricorda, coltiva storie e memoria, custodisce il valore dell’informazione interna e internazionale. E questi luoghi sono piccoli scrigni da custodire in un Paese che, invece, lotta contro l’informazione corretta. Quel che è accaduto poche ore fa lungo l’Appennino interno ne è la prova migliore. Siamo a Sassoferrato, in provincia di Ancona, una cittadina di poco più di seimila abitanti dove è stato inaugurato e “coltivato” il parco della memoria dedicato a Italo Toni e Graziella De Palo, protagonisti involontari e vittime di una storia mai chiarita, spariti, inghiottiti nell’esercizio del loro lavoro, quello di informare. “Questo non è un parco del ricordo ma il parco delle verità nascoste su Italo e Graziella, come su Ilaria Alpi e Giulio Regeni e tanti, troppi, altri giornalisti. – ha detto Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo 21 – Ed è straordinario che da qui parta un appello, anzi venga rinnovato l’appello contro il giornalisticidio in atto a Gaza”.
“Questo parco è il frutto di un percorso – ha detto il vicesindaco di Sassoferrato – iniziato da tempo e che ha portato i primi frutti lo scorso anno. Continueremo ancora a ricordare chi ha perso la vita nell’adempimento del proprio lavoro e ci ha lasciato la vita. Diventerà un luogo non solo del ricordo ma di riflessione e di crescita collettiva”.
Sassoferrato come Ronchi dei Legionari, come tante piccole e medie realtà che non odiano il giornalismo e continuano a tenere alta la domanda di verità e giustizia insieme alle famiglie di tanti giornalisti uccisi perché volevano, semplicemente, illuminare la cronaca di fatti scomodi.
(Nella foto Giuseppe Giulietti e Andrea Vianello nel parco di Sassoferrato)
