Lui è Giancarlo. Giancarlo Siani, un “giornalista giornalista”. Un ragazzo, un Uomo, che 40 anni fa, quattro giorni dopo il suo compleanno, a soli 26 anni, venne ucciso dalla camorra, semplicemente purché scriveva e lo faceva senza guardare in faccia nessuno.
“Non ha paura a scrivere certe cose?” chiese una studentessa a Giancarlo Siani e lui rispose: “Ogni tanto sì”. Subito dopo, uno studente gli domandò: “E allora perché lo fa?”, seguì un attimo di riflessione e Siani rispose: “Perché è il mio lavoro, perché l’ho scelto. E non è che mi senta particolarmente coraggioso nel farlo bene.
È che la criminalità, la corruzione, non si combattono soltanto con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. Allora quello che un giornalista-giornalista dovrebbe fare è questo: informare”.
Giancarlo Siani è stato sempre uno dei miei (inarrivabili) modelli. Amava la vita, Giancarlo.
Chissà cosa direbbe oggi Giancarlo, chissà cosa spiegherebbe ai suoi figli.
Un abbraccio Giancarlo. Sei lì dove devi essere, nel Tempio degli immortali.
