Sabato 6 settembre nelle varie regioni italiane si terrà una capillare iniziativa della CGIL per dire basta al massacro che è in atto a Gaza e per sostenere la Global Samud Flotilla.
È molto importante che il mondo del lavoro sia protagonista della lotta sempre più necessaria ed urgente contro un clima di guerra che attraversa il mondo in diverse latitudini e oggi precipitato -oltre che in Ucraina- nei luoghi che pure furono il centro della nascita della civiltà. Quel lembo di terra, che ha in Gaza l’epicentro, rappresenta nella tragedia odierna nella sua materialità e persino simbolicamente la fine dell’Occidente. Parliamo delle lunghe stagioni in cui si è affermata la cultura democratica, con il corredo delle regole e del diritto internazionale. Ci riferiamo a quello di Occidente.
Oltre sessantamila morti, tra i quali quasi trecento giornaliste e giornalisti, ci sbattono in faccia la verità del nuovo orribile autoritarismo, fondato sulla repressione brutale e sull’ oscurità. Sulla morte che non va conosciuta davvero nell’abnorme sequenza quotidiana.
Non si sa e non si deve sapere, per evocate una straordinaria opera di Dario Fo.
Anche per questo la “classe generale” è la bussola di un cambiamento ormai ineludibile.
Ci saremo, a Roma e -con i vari presidi di Articolo21- nelle varie parti d’Italia.
Articolo21 partecipa fin dall’inizio alla Via Maestra, insieme ad alcune centinaia di associazioni che affiancano la CGIL. E sì, le questioni si connettono e si parlano, con il linguaggio degli articoli della Costituzione della Repubblica, che ha un’impronta netta intrisa dello spirito di pace.
Ed eccoci, contribuiremo a raccogliere dal fango le bandiere dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Italia, che la destra succube di Trump e di Netanyahu ha lasciato dolosamente cadere.
La costruzione di un grande movimento di opinione è la premessa di una svolta, per restare umani.
