«La libertà vive del funzionamento delle istituzioni, non della loro paralisi».
Con parole di estrema fermezza, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha denunciato il grave stallo in cui versa la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, da oltre nove mesi paralizzata dall’assenza sistematica della maggioranza, determinata a evitare la bocciatura della propria candidata alla presidenza del CdA, Simona Agnes. Un “aventinismo di governo” tanto più grave se si considera che l’8 agosto 2025 entrerà in vigore l’European Media Freedom Act, che impone a tutti i media di servizio pubblico europei standard rigorosi di indipendenza e pluralismo nella governance.
In questo contesto, di una gravità senza precedenti, ci fa piacere ricordare un precedente significativo. Esattamente dieci anni fa, Articolo 21 promosse, in collaborazione con l’EBU e Eurovisioni, il concorso “Una nuova carta d’identità della Rai”, coinvolgendo studentesse e studenti delle scuole primarie e secondarie in una riflessione sul valore del servizio pubblico nel nostro Paese. Al concorso aderirono oltre cento istituti scolastici da ogni regione d’Italia. Vincitori assoluti furono una scuola primaria di Reggio Calabria e un liceo di Giugliano in Campania. A comporre la giuria c’erano figure di altissimo profilo come Tullio De Mauro, il Premio Nobel Dario Fo, Sergio Zavoli, Roberto Zaccaria
Il Presidente Mattarella, da poco eletto, volle premiare personalmente i vincitori al Quirinale e, rompendo il protocollo, prese la parola per ringraziare Articolo 21 per aver promosso il concorso e per ribadire il ruolo essenziale del servizio pubblico come presidio di democrazia.
Nel giorno in cui il Capo dello Stato richiama il governo alle sue responsabilità istituzionali, ci sembra giusto e doveroso riproporre il suo intervento di allora: un segno tangibile dell’impegno di Articolo 21 per una Rai aperta alla partecipazione della società civile, a partire dai giovani.
