Mozambico, Sudan, Repubblica Democratica del Congo: sono solo alcune delle 30 e più guerre in atto nel mondo che non fanno notizia.
Per i media italiani è come non esistessero.
Uomini, donne, bambini che muoiono nell’indifferenza mentre milioni di persone sono costrette a fuggire senza sapere se troveranno rifugio e assistenza.
In Mozambico, tra i conflitti più lunghi e feroci in corso in Africa, la situazione si aggrava di giorno in giorno nonostante la presenza di forze militari del Rwanda e della Comunità di sviluppo dell’Africa australe ha temporaneamente migliorato lo stato della sicurezza, ma l’instabilità ha continuato a estendersi, fino a Nampula, la città più grande nel nord del paese.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha registrato nell’ultimo mese un peggioramento della crisi umanitaria, causata dalla crescente violenza armata.
Molti civili sono in fuga verso la vicina Tanzania.
L’escalation della violenza da parte di “Gruppi armati non statali” ha determinato lo sfollamento di migliaia di persone, l’interruzione di servizi essenziali e l’aggravamento dell’insicurezza alimentare, oltre alla forzata limitazione della fornitura di assistenza salvavita.
Gli ultimi gravi attacchi documentati sono avvenuti tra il 20 e il 28 luglio. Oltre 46.000 persone sono state costrette a fuggire dai distretti settentrionali di Chiúre, Ancuabe e Muidumbe, nella provincia di Cabo Delgado, portando a circa centomila il numero totale di sfollati dal 1° gennaio.
A diffondere terrore i gruppi armati affiliati allo Stato Islamico, che si sono spinti fino a Niassa, riserva naturale del Mozambico celebre per la sua biodiversità unica.
Il brutale attacco terroristico ha causato almeno venti morti, tra cui due ranger del parco che gli estremisti hanno decapitato.
Il governo mozambicano, pur sostenuto da truppe di altri paesi della regione, fatica a contrastare l’escalation di violenze: interi villaggi sono stati bruciati e migliaia di civili – compresi bambini – massacrati senza pietà.
Stesse dinamiche e morti atroci in Suda, dove gli scontri tra esercito regolare e le Forze di supporto rapido non si fermano nonostante i colloqui di pace a Doha. Massacri altrettanto violenti nella Repubblica democratica del Congo, dove gli sfollati hanno raggiunto i dieci milioni.
Il tutto nell’indifferenza del mondo che continua a cadere nella logica oscena delle guerre di serie a e di serie B.
